Io, Stalin in persona, benedico i miei eredi...

Caro direttore,
(...) l'unica cosa su cui le chiedo giustizia e riparazione è la frase usata da un suo collaboratore: «Stalin si rivolterà nella tomba». Eh no, caro direttore, questo no. Le assicuro che io nella tomba non mi rivolto affatto, e se potessi farlo lo farei solo per applaudire coloro che mi stanno intentando il processo. Lo fanno, secondo me, in maniera un po' precipitosa, mettendo troppa carne al fuoco, e dando l'impressione di una gara tra loro a chi la dice più grossa per arrivare primo al traguardo dell'antistalinismo e guadagnarsene un brevetto antemarcia. Ma lo fanno secondo i più puri canoni dello stalinismo: tutti insieme, e dopo averne ricevuto licenza dall'alto, come usava ai miei tempi.
È da me che hanno imparato a usare i morti per fregare i vivi. È da me che hanno imparato a dare la parola all'imputato solo dopo avergli strappato la lingua. Nessun padre - me lo lasci dire - è rivissuto nei propri figli come rivivo io nei miei persecutori. Bravi ragazzi. (...)
Caro direttore, me lo lasci dire: sono fiero di loro. Si faranno, vedrà, si faranno. Nella tomba mi rivolto, sì, ma di felicità.

Perché fino quando l'antistalinismo sarà in mano loro, Stalin potrà anche essere disseppellito a mandato al rogo. Ma lo stalinismo può dormire sonni tranquilli: ha trovato i suoi eredi.
Josif Vissarionovic Stalin
19 giugno 1988

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