Dove sarà mai la chiave per aprire lo «scrigno» in cui Lionel Messi, il Maradona normale, custodisce le sue magie? Forse in una parola strana e cattiva, come tutte quelle usate dai medici per dire che qualcosa non va come dovrebbe andare. «Somatotropina». È lormone della crescita: quando non ne hai a sufficienza, muscoli e ossa proprio non ne vogliono sapere di farti diventare prima un ometto e poi un omone, di quelli che vanno tanto di moda nel calcio attuale. Così, se la tua quantità di somatotropina è inversamente proporzionale alla quantità del tuo talento nel dar calci a un pallone, e soprattutto se sei nato in Argentina, fatalmente diventi «la Pulga», «la Pulce». La pulce è piccola, piccolissima, quasi invisibile. Gli altri si accorgono di lei soltanto dopo che lei li ha morsi, e si grattano, sorpresi e stizziti, la parte ferita e si guardano intorno straniti, senza capire che cosa sia successo.
Messi, per fortuna dellarte pedatoria, non ce lha fatta a diventare un omone, ma un ometto sì (1,69 per 67). La somatotropina che gli mancava glielhanno servita in dosi industriali a colazione, pranzo, merenda e cena dopo che, scortato da tutta la sua famiglia, entrò, da enfant prodige emigrante, nella famiglia allargata del Barcellona. Da allora sono passati nove anni, ma Leo resta la pulce di quellinfanzia difficile, al limite della sopravvivenza. Con una differenza sostanziale: ciò che era piccolo nella dimensione dello spazio, è diventato sublime (e in quanto tale non misurabile) in quella del tempo. Perché loro e largento che brilla nei codici miniati delle sue finte impercettibili, i sincopati e infinitesimi cambi di direzione, le carezze in levare che furono di Franz Joseph Haydn e poi di Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart, risuonano nellasimmetria dei suoi piedi. E gli altri, gli omoni, non capiscono, si grattano la zucca, entrano a gamba tesa sullignoranza che li appesantisce come una zavorra.
Leo Messi ha dovuto costruire il proprio corpo come i poeti devono imparare almeno un po di grammatica e di sintassi, per farsi capire. Era il prezzo che doveva pagare alla Materia, perché lo Spirito lo aveva già abbondantemente illuminato gratuitamente.
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