«Io, terrorizzato su quella sedia»

La presunta (fino a quando i fatti non saranno accertati dal magistrato Luigi Carli che conduce le indagini) vittima del sequestro ha accettato di raccontare la sua storia al Giornale. Una storia che vede coinvolte le massime autorità politiche di Rapallo e alcuni commercianti. Claudio Schio, 37 anni, è impiegato presso la Unione farmacisti Liguri. Da due anni lavora presso la televisione locale Stv come freelance «per passione e anche per guadagnare qualcosa di extra», spiega il cameraman che nel 2004 ha goduto di un momento di gloria partecipando alla Corrida di Jerry Scotti e vincendo il secondo premio con la canzone «Una vita spericolata» di Vasco Rossi. «La vicenda si è svolta nella pizzeria “Il sapore di Mare“ di lungomare Vittorio Veneto, a Rapallo». Inizia a raccontare il cameraman. Era giovedì primo dicembre dell'anno scorso. C'era una riunione del Circolo delle libertà 61 (un'associazione politica che sostiene il Sindaco Ezio Armando Capurro, ndr). Il circolo ha continui rapporti di collaborazione con la Stv che nei suoi studi ospita regolarmente in diretta i suoi membri. Quel giovedì Bozzo aveva chiesto alla rete di riprendere la riunione presso il ristorante per trasmetterla in un secondo momento, e, visto che uno dei responsabili, Davide Riccò, non era disponibile, sono andato io».
E quella sera cosa è successo?
«Fino alle 23 è andato tutto bene. I membri dell'associazione discutevano e io riprendevo i loro interventi. Dopo, però, è arrivato il sindaco».
A quel punto?
«Il sindaco prima si è seduto, poi ha iniziato a intervenire andando in escandescenza e insultando lo stesso vice sindaco Silvano Mele che aveva sbagliato nel riportare dei dati. Ho visto Mele mettersi le mani alla testa per le offese subite».
Poi però la riunione è proseguita, suppongo.
«Sì, la riunione è proseguita. Ma a un certo punto il sindaco, che era decisamente alterato, ha chiesto prima agli ospiti della pizzeria che non appartenevano al circolo di andarsene, poi se l'è presa con l'ex sindaco Roberto Bagnasco, e infine col comandante dei vigili Valerio Patrone (che dopo alcuni mesi è stato trasferito all'anagrafe e col quale inizierà una vertenza giudiziaria, ndr). Solo a quel punto qualcuno ha fatto notare al sindaco che io stavo riprendendo tutto così come mi era stato ordinato»
E il sindaco che cosa ha fatto?
«Mi ha detto: “Lei non esce di qui fino a quando non mi consegna la cassetta, minacciando anche di buttarmi la telecamera in mare. Sembrava un generale delle SS. Io ho provato a ribellarmi cercando, però, di mantenere la calma e spiegando che non sapevo estrarre la cassetta perché la telecamera era nuova e mi era stata data già carica. Inoltre ho cercato di spiegare che la cassetta non era mia e che dovevo consegnarla a Davide Riccò. Sindaco e assessori pensavano che li stessi prendendo in giro. Allora mi hanno preso la telecamera, la giacca e il cellulare, e mi hanno costretto a sedermi in un angolo mentre tutti mi stavano intorno. A quel punto mi sono spaventato per davvero. Poi mi hanno fatto chiamare Davide»
Fino a che ora è durato tutto questo?
«Dopo due ore, all'una e un quarto di mattina, sono riusciti a estrarre la casetta e da quel momento non mi hanno più considerato e io sono fuggito. Il giorno dopo sono andato dal mio avvocato che mi ha consigliato di inoltrare una querela entro tre mesi. E così ho fatto lo scorso 16 febbraio.

L'avvocato mi ha detto che avrei potuto querelare tutti i presenti, ma io ho querelato solo il sindaco perché era lui che dava gli ordini ed è lui che si è comportato peggio. Da allora sono caduto in depressione e la notte devo assumere dei tranquillanti per riuscire a dormire».

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