«Io, al timone delle donne dello shipping»

È stata lei, Maria Gloria Giani, presidente dal 2003 di «Wista Italia», l’associazione delle donne dello shipping, a far venire a Genova il ministro Alessandro Bianchi per l’inaugurazione dell’anno dell’Accademia del mare e la successiva tavola rotonda, targata Wista e Promotori Musei del mare e della Navigazione, sullo sviluppo eco-sostenibile.
Allora, è confermato: siete una lobby particolarmente autorevole?
«Una lobby, sì, certo. Ma trasparente, alla luce del sole. Con l’obiettivo di promuovere la cultura dello shipping, e lo scambio di esperienze e informazioni nel settore, in particolare a favore delle giovani generazioni, anche con incontri, convegni, stage».
... e, di recente, col Libro blu.
«Si tratta della proposta per un politica marittima integrata. È uno dei compiti che ci siamo prefissi e che perseguiamo con assoluta convinzione».
Intanto, lei, presidente, fa anche l’ambasciatrice.
«Sono Maritime Ambassador, Ambasciatore per il Libro Verde sulla politica marittima dell’Ue. Un ruolo che comporta responsabilità di rilievo».
Ma questo non significa trascurare l’azienda di famiglia.
«Neanche per sogno. Io appartengo alla quarta generazione dei titolari della “Pilade Giani“, agenzia marittima e casa di spedizioni internazionali fondata a Livorno nel 1887. Sono amministratore delegato, non mi posso certo permettere di trascurare l’attività».
E neppure il privato.
«Ho due figlie, Beatrice e Vittoria di 19 e 23 anni. Credo di dovere e poter conciliare bene famiglia, professione, e impegno come presidente di Wista».
A proposito: siete un’elite a livello internazionale.
«L’associazione (Women’s International Shipping and Trading Association) è stata fondata nel 1974 in Inghilterra; vent’anni dopo, a Genova, la sezione italiana. Siamo 800 socie in 36 nazioni del mondo, una settantina nel nostro Paese. Ma già nel prossimo anno dovremmo arrivare a un migliaio».
Tutte impegnate a livello direttivo e manageriale nello shipping.
«Infatti.

Al nostro interno ci sono donne che lavorano in agenzie marittime, case di spedizione e di brokeraggio, ma anche in studi legali e giornali. Il denominatore comune è l’operatività, ma anche la passione per i temi del mare e della portualità. Bisogna crederci. E noi ci crediamo».

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