«Io vicesindaco? Me lo chiedono anche da sinistra»

L’ex braccio destro di Albertini in pole per affiancare la Moratti a Palazzo Marino. In nove anni di governo si è conquistato pure la stima dell’opposizione

«Albertini? Sta lasciando e in queste ore è palpabile la sua emozione». Riccardo De Corato è appena uscito dallo studio della persona con cui, ci scusi la moglie Silvia Ferretto, ha sicuramente condiviso più vita. Nove anni, senza nemmeno crisi del settimo. «Praticamente una coppia di fatto», si era scherzato una volta con sindaco e vice. «Una gran bella avventura. Ringrazio Albertini per quello che ha fatto, per quello che abbiamo fatto insieme». Ora, al contrario dei matrimoni, è la legge che li divide. Due mandati da sindaco e basta. Per De Corato, invece, la possibilità di una terza vita. E, forse, di una quarta dovesse la Moratti doppiare il mandato. Magari, insieme ai busti dei sindaci nel ballatoio di Palazzo Marino, un giorno (il più lontano possibile) bisognerà pensare di farne uno un po’ più piccolo anche per lui.
Albertini se ne va, ma il titolo De Corato vola alla borsa del vicesindaco.
«Metto a disposizione di Letizia Moratti lealtà e onestà».
Diplomatico e un po’ astratto.
«Diecimila miliardi di opere pubbliche senza nessun “incidente” non mi sembrano roba astratta».
Allora farà il vicesindaco?
«Con Albertini abbiamo affrontato momenti difficili e terribili tempeste. Ma abbiamo dato ai milanesi un’incredibile quantità di opere e servizi».
Ma tra Moratti e partiti c’è l’accordo?
«Nel primo incontro un avvio col piede giusto. Ci sembrano giuste le scelte e il metodo».
Ci giriamo ancora molto intorno?
«Io non ho chiesto di fare il vicesindaco. Metto solo a disposizione della Moratti il mio bagaglio di esperienza e di voti. E quelli non vengono per caso».
Sembra quasi che lei abbia più ammiratori a sinistra che a destra. Stupito?
«Mah, no. Mi stupisce che mi apprezzi una persona che non conosco come il presidente del Movimento consumatori, non le parole di consiglieri di opposizione come Andrea Fanzago e Basilio Rizzo».
Spieghi.
«Ho sempre cercato di non essere uomo di parte, ma il vicesindaco di tutti. Non so se ci sono sempre riuscito, ma ci ho provato e questo tutti me lo riconoscono».
De Corato vicesindaco a furor di popolo ulivista. Passiamo alla Moratti, le piace il super-sindaco dai mille poteri?
«Questo è quello che ha proposto lei. Ora valuteremo. Certo, per essere un sindaco di garanzia è giusto pretendere deleghe importanti».
Il Bilancio?
«Ovvio che lo chieda per sé. Il sindaco è il garante e deve far quadrare i conti decidendo cosa privilegiare. I dubbi sono sulla Sicurezza».
Gli sceriffi stanno tradizionalmente più a destra.
«Quell’assessorato l’abbiamo voluto noi nel ’97, ma è sempre finito a Fi. Ora tocca ad An».
La Moratti vuole prima l’assetto della giunta e poi i nomi. Giusto?
«Giustissimo. Anzi prima c’era il programma condiviso da tutti, da lì deriva la divisione degli assessorati. I nomi vengono per ultimi».
Vi state già scannando.
«L’importante è che alla fine venga fuori una squadra».
Il sindaco Moratti chiede esperienza e competenza.
«Fondamentale. Ci vuole esperienza per guidare una macchina complessa come Milano».
Nel senso che ci vogliono i tecnici?
«Gente che abbia fatto pubblica amministrazione. Che quando arrivano le onde alte sappia tenere il timone. Il Comune gestisce società per azioni che gestiscono aeroporti, metropolitane».
Capito, niente tecnici e l’identikit di De Corato.
«Dico solo che sono forse l’unico ad avere un’esperienza di anni e anni sia sui banchi dell’opposizione che in quelli del governo».
Se non fa il vicesindaco è disposto anche a far l’assessore?
«Sono a disposizione. In questi anni ho fatto di tutto, dai tombini da sgorgare al restauro della Scala».
Capito, nicchia. E la Salute, intesa come nuovo assessorato?
«Importante solo se la Regione, con la legge speciale per Milano, ci lascia delle competenze. Altrimenti non serve a nulla».
Il super assessorato con trasporti e ambiente insieme?
«Mah. In teoria sì, ma forse l’ambiente potrebbe magari andare col verde».
Mai avuto paura che vincesse Ferrante?
«All’inizio sì. Poteva maramaldeggiare da ex prefetto pescando voti nel centrodestra».
Poi?
«Lo hanno lasciato da solo.

Dov’erano in campagna elettorale i Fassino, i Rutelli i Bertinotti? Lo hanno lasciato solo. Certo, lui in più ci ha messo le gaffe».
La Moratti che sindaco sarà?
«Ottimo. Saprà essere manager, donna, politico. Sarà una sorpresa anche per quelli di sinistra».

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