Ippica Ora servono decisioni drastiche

Siamo al terzo mese dell’anno successivo al drammatico periodo di fine 2008, culminato con la chiusura di un mese per sciopero e il provvidenziale intervento governativo che ha contribuito a riportare un minimo di tranquillità al settore dell'ippica. Purtroppo, però, dobbiamo constatare che le cose non stanno andando assolutamente come dovrebbero andare.
I primi due mesi di movimento di gioco gennaio e febbraio ci hanno regalato dati drammatici, un calo di almeno il 18/20% del movimento di scommesse. I finanziamenti del governo, quei famosi 25milioni di euro che dovevano servire specificamente a contribuire al riequilibrio dei conti dell’Unire, tardano ad arrivare, come è stato del resto confermato nella recente conferenza stampa dell’Unire da parte del presidente Sottile. Della fantomatica nuova scommessa denominata V7, non si hanno notizie, la messa a regime dei nuovi corner di scommesse procede al rallentatore: come faremo ad andare avanti in questa maniera? Una volta gli ippodromi metropolitani, poi sarà la volta dei piccoli ippodromi, un’altra volta le categorie, siamo sempre in procinto di minacciate nuove chiusure totali dell’attività o blocchi di alcuni settori. La serie infinita, quasi una telenovela, delle ormai famose audizioni presso il MIPAF, pare siano terminate, salvo che adesso all’orizzonte appare un’altra serie di mini audizioni con una parte dei già «auditi», non si sa a fare cosa. Tutto quanto e forse anche molto di più di quanto fosse necessario, è stato detto e scritto.
Chiunque ha potuto apprezzare le cose più interessanti provenienti, soprattutto, dalla dirigenza francese, ma anche rendersi conto della enorme ed insuperabile diversità tra un sistema che ancora funziona come quello francese ed uno che non funziona più come il nostro! Direi che è arrivato il momento da parte di chi governa di proporre una soluzione anche drastica e dolorosa, ma non di procrastinare una agonia infinita come sta succedendo all’ippica in questo momento. Perché tutti ci rendiamo conto che se andiamo avanti in questa maniera tra un altro paio di mesi mancherà al bilancio Unire una tale parte di risorse che nessun governo sarà più in grado di integrare. In una situazione generale di una gravità, nella quale i nostri affanni diventeranno un meno di nulla nella marea di altri e ben più gravi problemi. A mio avviso, non abbiamo più tempo avanti a noi per continuare a trastullarci in questa situazione di impasse infinita, occorrono decisioni forti, decisioni che affrontino di petto l’attuale assetto legislativo che ha ampiamente dimostrato la sua incapacità.

Occorre un confronto con la dirigenza Aams, che non può essere lasciato da gestire alle categorie o all’Unire: una lotta a mani nude contro un carro armato. In buona sostanza è un problema politico ed è la politica che lo deve affrontare e risolvere, se lo riterrà opportuno. Anche se, credo che siamo già in forte e irrecuperabile ritardo.

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