Washington - Il presidente americano George W.Bush ha deciso di sostituire il comandante delle
truppe Usa in Iraq, generale George Casey e il numero uno del Comando centrale (Centcom)
del Pentagono, generale John Abizaid. La guida delle operazioni in Irak andrà al generale David Petraeus, come comandante delle truppe, e all'ammiraglio William Fallon
alla guida del Comando centrale (Centcom) che sovrintende le operazioni in Medio oriente,
Africa orientale e Asia Centrale. Le nuove nomine, anticipate dai media statunitensi, giungono
nell'ambito di un vasto cambiamento della squadra che segue l'Iraq in seno
all'amminstrazione americana.
Il cambio al vertice, sul quale erano circolate insistenti indiscrezioni nei giorni scorsi, è
uno dei più forti segnali di svolta che la Casa Bianca cerca di mandare sull'Irak. Casa Bianca e Pentagono per il momento non hanno fatto
annunci ufficiali.
Casey e Abizaid venivano indicati come contrari all'invio di rinforzi a Baghdad:
una scelta che invece Bush pare ora orientato a prendere, inviando oltre 20.000 uomini in
più nel paese.
Il presidente degli Stati Uniti è fermamente intenzionato a rilanciare la propria amministrazione confermando la politica interventista nell'Irak, anche se i suoi principali consiglieri sembra che stiano litigando sulla varie opzioni in campo. Il motivo del contendere è sempre lo stesso: l'aumento o meno delle truppe di stanza in Irak. A dividere gli strateghi c'è anche la diversa valutazione circa l'affidabilità del governo guidato dal premier Nouri al Maliki.
I cambi dei vertici militari e dei servizi segreti. Proseguono i cambiamenti all’interno dell’esecutivo a stelle e strisce. L’ultimo nuovo ingresso è quello di John Negroponte come vice segretario di Stato. Bush ha annunciato la scelta di nominare il direttore della National Intelligence come assistente di Condoleezza Rice. Al contempo, come nuovo direttore della National Intelligence, va Mike McConnell. In entrambi i casi si tratta di “posti chiave” nell’amministrazione Bush, per questo il presidente ha fortemente caldeggiato una pronta conferma delle nomine da parte del Congresso che, com’è noto, è a guida democratica. Sarà il primo test, per Bush, nell’ambito di una politica bipartisan. Uno scoglio impegnativo ma non impossibile da superare.
La neo eletta presidentessa della
Camera, Nancy Pelosi, non è d'accordo ad un aumento delle truppe in Irak. La deputata
democratica lo ha detto di sfuggita ad una giornalista della Cnn, che le ha rivolto la domanda
mentre lei, di tutta fretta, camminava nei corridoi del Campidoglio. Il "no" dei democratici potrebbe rivelarsi un problema di non poco conto per l'amministrazione Bush, visto che i repubblicani non hanno la maggioranza al Congresso.
Nel suo primo commento diretto sull'esecuzione di Saddam Hussein, Bush ha detto che il processo che lo ha portato al patibolo è stato equo ma che le procedure conclusive avrebbero potuto essere più dignitose: "Avrei voluto che certe procedure fossero state condotte in modo più dignitoso ma si è comunque trattato secondo giustizia, cosa invece negata a migliaia delle sue vittime". Dura la replica dal Vaticano: "Parole - scrive l'Osservatore romano - che non sembrano utili a superare gli odi e i rancori che ancora dilaniano l'Iraq e che non invitano certo alla riconciliazione".
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