Iran, impiccata per colpa del calcio

Amava un campione, ha ucciso sua moglie. E tutto il Paese si è appassionato al processo

da Teheran

È stata condannata all’impiccagione per aver ucciso a coltellate la moglie del suo amante. Niente di strano se l’amante non fosse l'ex attaccante della nazionale iraniana di calcio Nasser Mohammad Khani oggi allenatore del Persepolis di Teheran, una delle più popolari squadre della massima divisione. Un caso che tutto l’Iran per mesi ha seguito con il cuore in gola. L'assassina è Shahla Jahed, ha trent’anni: più o meno la stessa età della vittima Laleh Saharkhizan, uccisa due anni fa in casa, dove viveva con i due figli e il marito, che nel momento del delitto si trovava in Germania a un corso per allenatori. La Jahed e Khani erano amanti da anni. I bene informati raccontano che Shahla fosse una tifosa invaghitasi di Nasser al punto da assediarlo con una corte spietata, che alla fine aveva ottenuto i suoi frutti. I due erano diventati amanti e lui le aveva comperato un appartamento nei quartieri lussuosi nel nord di Teheran, dove avvenivano i loro incontri. La relazione era andata avanti per quattro anni, ma a Shahla non bastava più. Ha cominciato a invadere la vita privata della famiglia di Khani. Impossessatasi di una chiave dell'appartamento dove l'ex calciatore viveva con la moglie, si è introdotta durante la loro assenza all'insaputa anche dell'amante. Ed è arrivata a passare qualche notte nascosta in uno sgabuzzino che dava sulla camera da letto della coppia.

Proprio da quello sgabuzzino Shahla una notte è uscita per uccidere la rivale, colpendola prima con una racchetta da tennis e poi con un coltello al termine di una lotta furibonda. Prima di fuggire si è anche impossessata di alcuni oggetti di valore per fingere un delitto a scopo di rapina. Ma tutti avevano pensato subito a lei.

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