Gian Micalessin
La vera bomba atomica di Mahmoud Ahmadinejad, quella già innescata e pronta a colpire lOccidente, si chiama boom demografico. Quella bomba trasformerà lIran in un piccola Cina da 120 milioni di abitanti e risveglierà, a dar retta al presidente pasdaran, le paure di un Occidente senescente, angustiato dalla pressione dei popoli giovani e fecondi assiepati alle sue frontiere.
«Due figli per coppia non sono più sufficienti, il nostro Paese può permettersi di allevare molti più bambini, può arrivare persino a 120 milioni di abitanti», ha spiegato al Parlamento. Ahmadinejad vorrebbe, in poche parole, cancellare le rigorose politiche di controllo demografico introdotte dal presidente riformista Mohammed Khatami e dal suo predecessore Akbar Rasemi Rafsanjani. Lidea dal punto di vista economico non sembra eccezionale. Il primo a cassare ogni politica di controllo delle nascite fu il regime di Khomeini subito dopo la Rivoluzione islamica. Il risultato, complici anche i nove anni di limitati svaghi imposti dalla guerra con lIrak, fu un tasso di crescita abnorme, pari al 3,2 % allanno. Neppure la pressante campagna di Rafsanjani e Khatami, capaci di far convivere pillola e preservativo con i canoni islamici, riuscirono a eliminare le conseguenze di quegli anni ubertosi.
Allinizio del 2000 la popolazione era più che raddoppiata passando dagli scarsi 35 milioni dellera dello Scià a oltre 70 milioni. Il regime si ritrovò così a fare i conti con una scalpitante popolazione composta al 70% da ragazzini sotto i venti anni. Oggi quella massa critica di giovani venuti al mondo tra il 79 e l88 è meno turbolenta, ma assai scontenta. Gran parte di loro non trova lavoro in un sistema che ha eliminato lanalfabetismo e aperto le porte delle università, ma sè scordato di trasformare leconomia monoprodotto iraniana legata essenzialmente al petrolio in un sistema produttivo multiforme.
Le teorie demografiche di Ahmadinejad rischiano dunque di rivelarsi una pericolosa arma a doppio taglio capace dimpensierire lOccidente, ma anche di annientare le possibilità di sviluppo della Repubblica islamica. Il presidente e i suoi consiglieri, espressione dellala più radicale del potere islamico, non sembrano tenere in troppo conto leconomia. Abituato a ragionare in termini di antagonismo, il presidente spiega al Parlamento che un Occidente con una natalità in costante calo teme inevitabilmente di «venir dominato». E il suo portavoce Gholamhossein Elham liquida come bazzecole le preoccupazioni di chi teme che il Paese non riesca a sostenere una popolazione di 120 milioni di abitanti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.