Un Corano 'sacrilegò, vergato col sangue di Saddam Hussein, è l'ultimo lascito dell'ex rais che rischia di mettere in imbarazzo il governo iracheno guidato dallo sciita Nouri al-Maliki. Il libro sacro, secondo quanto riferisce il Guardian, è rimasto nascosto per anni nella cripta di una moschea di Baghdad, lontanto dagli occhi dei nostalgici del regime baathista. Saddam Hussein, a quanto sembra, si privò nel tempo di 27 litri di sangue per scriverlo, con l'aiuto di un'infermiera e di un calligrafo. Un sacrificio voluto dall'ex dittatore per ringraziare Allah in occasione del suo sessantesimo compleanno per averlo protetto da innumerevoli «cospirazioni». «La mia vita è stata piena di pericoli che mi avrebbero dovuto far perdere molto sangue. Ma visto che ne ho versato soltanto poco, ho chiesto a qualcuno di scrivere la parola di Dio con il mio sangue in segno di gratitudine»: così l'allora rais giustificò la sua scelta in una lettera pubblicata nel 2000 dai media iracheni. L'opera, secondo il capo del Fondo di sovvenzione dei sunniti iracheni, Sheikh Ahmed al-Samarrai, «è senza prezzo, con un valore stimabile in milioni di dollari». Nondimeno, ha aggiunto al-Samarrai, ciò che fece l'ex dittatore «fu sbagliato poichè scrivere col sangue è vietato» dalla legge islamica. Di diverso avviso il portavoce governativo, Ali al-Moussawi, per il quale il Corano va conservato «come un documento della brutalità di Saddam Hussein».
«Ci dice molto su di lui - ha dichiarato al-Moussawi al quotidiano inglese - ma non dovrà mai essere esposto in museo poiché nessun iracheno vuole vederlo». Prendere visione dell'opera, in ogni caso, è assai difficile, essendo rinchiusa in una cripta a cui si accede con tre diverse chiavi, ognuna della quali è conservata in un posto diverso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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