Iride-Hera-Enia: cade l’esclusiva sull’aggregazione

da Milano

Iride, Hera ed Enia hanno deciso di recedere dal patto di esclusiva nella trattativa per l’aggregazione. Stando a quanto affermato da persone informate dell’operazione, la decisione è stata presa dal management a Piacenza giovedì scorso. A partire dal primo ottobre le tre società saranno libere di avviare trattative anche con altri soggetti del settore energetico.
L’orizzonte temporale per una possibile aggregazione dei tre sembra così stringersi sulla fine del mese. Per quanto riguarda Iride (azienda nata dalla fusione tra Amga Genova e Aem Torino), il presidente del cda Roberto Bazzano non ha consultato prima, né comunicato successivamente l’avvenuta decisione all’azionista di riferimento, il sindaco di Genova Marta Vincenzi, che si è detta sorpresa dalla notizia.
Hera aveva chiesto di recedere dal patto di esclusiva dopo 90 giorni, tre mesi in anticipo rispetto alla scadenza semestrale naturale, come previsto dalla lettera d’intenti di maggio e i vertici di Iride ed Enia hanno deciso di accogliere la richiesta. Ma se per quanto riguarda le società emiliano-romagnole l’accordo porta sia la firma dei presidenti che degli ad, per Iride il documento è firmato solo dal presidente Bazzano e la firma dell’ad, il torinese Roberto Garbati, sul documento non compare, nonostante il manager fosse presente all’incontro.


I vertici di Enia, Hera ed Iride avevano sottoscritto la lettera di intenti finalizzata ad un progetto di completa integrazione industriale e societaria il 26 maggio con l’obiettivo di costituire una multiutility del nord in grado di competere con A2A, il colosso nato dalla fusione delle ex municipalizzate di Milano e Brescia. Ma poi sono sopraggiunte divergenze di opinioni sulla quota del controllo pubblico da mantenere.

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