da Milano
Una pioggia di battute sarcastiche e stilettate di ogni genere: sullidea leghista di ritornare alla lira è piovuta una scomunica corale da autorità comunitarie ed europee. Una «non start», unidea fallimentare: così si è espresso il commissario Ue al Commercio Robert Mandelson, ieri a Milano per un incontro con i vertici dellimprenditoria italiana in Assolombarda per discutere dellinvasione dei prodotti tessili cinesi.
«Se dovessimo discutere di tutte le stupidaggini con tutti i Paesi ne avremmo per settimane», ha tagliato Jean Claude Juncker, il presidente di turno dell'Unione europea, entrando a Lussemburgo alla riunione dell'Eurogruppo. Nel rispondere così in merito alle recenti dichiarazioni della Lega Nord sul ventilato abbandono delleuro, ha aggiunto che «se Siniscalco sollevasse la questione lo farebbe per esprimere disaccordo con simili dichiarazioni».
«Non è un'opzione seria quella di lasciare l'euro per l'Italia», ha dichiarato il ministro delle Finanze olandese, Gerrit Zalm, in passato già poco tenero nei confronti dei conti italiani. E ha aggiunto una frecciata: «È cosa buona che Maroni non sia ministro delle Finanze bensì ministro del Welfare».
Durissimo il responsabile delle finanze austriache, Karl Heinz Grasser, che non usa perifrasi per stroncare la proposta Maroni: «Il ministro italiano è un irresponsabile». E ha aggiunto: «Se vuole danneggiare il proprio Paese è sulla buona strada».
Per il ministro di Vienna, l'idea di uscire dall'euro prospettata dai vertici del Carroccio «è la cosa più folle del secolo», in quanto la moneta unica «ha garantito bassa inflazione e bassi tassi di interesse». Per migliorare la crescita economica, ha concluso Grasser, bisogna avviare le riforme strutturali delle pensioni e del mercato del lavoro.
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