«Se martedì, quando si riunirà il tavolo interistituzionale convocato dal prefetto Gian Valerio Lombardi, si ritornerà sullipotesi dellex Paolo Pini, il presidente Filippo Penati e gli altri rappresentanti della Provincia di Milano lasceranno il tavolo». È il preannuncio del passo indietro di Palazzo Isimbardi sulla soluzione possibile per il trasferimento del centro islamico, «non cè nessuna disponibilità sulla localizzazione nelle aree di proprietà dellamministrazione provinciale e non esistono i presupposti per un loro utilizzo».
Virgolettati messi nero su bianco allindomani della preghiera tenuta una tantum al Vigorelli, che Penati completa con un ultimo avvertimento: «La soluzione del trasferimento del centro culturale islamico deve avvenire attraverso una trattativa tra privati».
Toni duri da parte della Provincia di Milano che, secondo alcuni, starebbe maldestramente tentando di lasciare il cerino acceso in mano al Comune di Milano. O, ipotesi più plausibile, che sia il prefetto a imporre alla Provincia di dare in uso larea dellex Paolo Pini di via Affori ai musulmani del centro islamico di viale Jenner: infatti, nei poteri del prefetto cè la possibilità di procedere alla requisizione di unarea. Decisione che, politicamente, lascerebbe le mani libere a Penati sempre più impegnato a smarcarsi dalla sinistra.
E Forza Italia - proprio con lobiettivo di impedire a Penati di compiere fantasiose giravolte - reclama un confronto «con il consiglio provinciale»: «Se la Provincia deve avere un ruolo non deve essere la risposta a uninterrogazione di qualche consigliere. Il presidente e la sua giunta dovrebbero invece confrontarsi con il consiglio, sondare le linee dindirizzo e farle proprie» chiosa il capogruppo degli azzurri Bruno Dapei. Peraltro, sottolinea Giovanni De Nicola (An), Penati «smentisce il suo assessore al Demanio Bruno Casati che considera positivamente il trasferimento al Paolo Pini come soluzione transitoria». Come dire: il Pdl reclama chiarezza e vorrebbe evitare confusione mentre lipotesi Paolo Pini appare «ancora una delle soluzioni possibili».
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