«Per isolare il tifo violento siano le società a pagare»

Musso (Pdl) porta la proposta in Parlamento: «C’è responsabilità oggettiva»

«Per isolare il tifo violento siano le società a pagare»

(...) degli episodi sono state le stazioni del treno di Roma e Napoli dove i tifosi partenopei hanno messo in atto una vera e propria guerriglia urbana. Ad interessarsi del caso è stato anche il senatore genovese del Popolo della libertà Enrico Musso che, tralasciando l’aspetto «sportivo» della questione si è interessato di quelli che sono stati i costi, economici e sociali pagati da Trenitalia o dai suoi passeggeri.
In una interrogazione parlamentare l’ex candidato sindaco del centro destra a Genova ha chiesto al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, alcuni chiarimenti su quelle che saranno le spese per i danni subiti. «La soluzione potrebbe essere rappresentata dall’addebitare alle società tutti i costi per i danni arrecati dalle tifoserie» ha spiegato il senatore Pdl che, nell’interrogazione, ha esplicitamente chiesto al ministro Matteoli, congiuntamente al ministero degli Interni, ha chiesto appunto «di valutare l’ipotesi della messa a punto di una normativa adeguata che preveda di addebitare alle società di riferimento delle squadre di calcio i danni arrecati dalle rispettive tifoserie».
«Non possiamo pensare che le regole si scrivano sempre dopo che avvengono dei fatti incresciosi come questo- commenta la sua proposta il senatore-. Si sa che le società hanno rapporti con questi gruppi e, a mio parere, riusciremmo a dare un drastico taglio a episodi come quello di domenica se introducessimo il principio della responsabilità oggettiva per le società». Una iniziativa che, a detta di Musso porterebbe ad un miglioramento della situazione: «Io ricordo episodi in cui sembrava evidente che esista un rapporto diretto tra gruppi della tifoseria e società. Con le società quasi in un ruolo di sudditanza nei confronti di queste frange del tifo. Si nota come ci siano delle “trattative aperte” e questa potrebbe essere la soluzione meno dolorosa».
Meno dolorosa soprattutto per la parte buona del calcio, quei tifosi che scelgono di andare allo stadio per godersi lo spettacolo, il bel gioco e le coreografie che le curve e le gradinate sanno regalare.
Non la pensa come Enrico Musso l’amministratore delegato della Sampdoria Beppe Marotta secondo cui «le società non possono avere il controllo su persone che non hanno nulla a che fare con il calcio».

Per il dirigente della Samp la responsabilità delle società può esserci, ma solo all’interno dello stadio: «Nelle strutture siamo responsabili della sicurezza, dobbiamo avere un controllo e quindi ha un senso. Ma qui ci troviamo ad avere di fronte dei vandali che non hanno niente a che vedere con il calcio e che non sono controllabili».

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