Gli ispettori benedetti dall’Onu

Era il 20 giugno e Giuliano Amato, da poco nominato ministro dell’Interno, aveva parlato con voce chiara sulla questione immigrazione. «Serve una commissione che ispezioni le condizioni dei centri di prima accoglienza», disse. Amato scelse l’ambasciatore dell’Onu Staffan de Mistura come presidente. La partenza fu rapida. L’arrivo è previsto tra sei mesi. Il piglio era quello di chi vuole fare le cose sul serio. Niente imbrogli. Niente trasferimenti notturni di clandestini da un Cpt all’altro. Come, invece, è accaduto. Le parole di Amato restano così sospese nel mare delle buone intenzioni, come naufraghi, come clandestini. «Dei Cpt - diceva il Dottor Sottile - non si può fare a meno, ma non devono essere carceri. La necessità di identificare queste persone e rimandarle nei Paesi di origine è ineludibile.

Ma dobbiamo trovare una strategia che porti al superamento degli attuali centri». La strategia è chiara: svuotarli quando arrivano gli ispettori. Cinquecento persone? Quando mai. Saranno meno di cento. Gli altri viaggiano di notte.

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