Lì per lì David pensa ad un attentato palestinese. Quel pomeriggio dello scorso marzo la bomba è appena esplosa, suo figlio Ami è a terra, il petto e le gambe straziate dalla sventagliata di biglie e chiodi. Ami urla, David Ortiz chiama aiuto, tenta di soccorrerlo e intanto considera la scena. Dal lago di sangue emergono le caramelle e i dolciumi sparsi ovunque dallesplosione. Linvolucro squarciato è il classico pacco di pasticcini distribuito ai ragazzini dIsraele durante le feste del Purim, il carnevale ebraico. Ma se sono stati i palestinesi perché lasciare la bomba sulla finestra di casa sua? Perché fra i 40mila residenti di Ariel mirare al figlio del pastore David Ortiz? Allimprovviso ricorda i volantini duna settimana prima. Erano ovunque, tra i tergicristalli, sui lampioni, alle fermate dellautobus. Sopra cerano la sua foto, il suo nome, il suo indirizzo e un avvertimento «Attenti sono membri del culto Ebraico messianico, vogliono convertire gli ebrei al cristianesimo».
Allimprovviso David capì. Per colpire lui e la sua famiglia qualcuno aveva confezionato un pacco bomba che solo un ragazzino poteva aprire. Nel più grande insediamento ebraico della Cisgiordania qualcuno è disposto ad uccidere pur di eliminare quella singolare minoranza convinta di poter professare lebraismo di cui mantengono riti e abitudini, predicando allo stesso tempo linsegnamento di Gesù Cristo.
Lattentato al figlio del pastore David Ortiz è il più grave episodio dintolleranza nei confronti dei cosiddetti ebrei messianici, una comunità di meno di 15mila adepti accusata di infiltrarsi nello stato dIsraele per convertire al cristianesimo il popolo ebraico. «Mio padre un sopravvissuto della Shoa, diceva che ero come le SS con la scritta Dio è con noi sulla fibbia, per lui tradivo la fede ebraica», ricorda Tzvi Sadan, uno dei membri della comunità.
Linsinuazione agitata più spesso dai rabbini ortodossi è quella del complotto messianico, un piano segreto ordito dai missionari evangelisti per convertire gli ebrei e favorire come prevedono le Sacre Scritture il ritorno del Messia. Sulla scia di questa crescente intolleranza il vice sindaco di Ofr Yehuda, una cittadina non lontana da Tel Aviv, ha fatto sequestrare e bruciare i vangeli distribuiti dai pastori ebraico messianici ad una comunità falasha, gli ebrei dorigine etiope. Quel rogo di vangeli, duramente condannato dai giornali israeliani e dalle autorità governative, è, secondo il pastore David Ortiz, il segno di una persecuzione crescente. «Immaginatevi - commenta - cosa succederebbe in Europa se qualcuno bruciasse i testi sacri ebraici, ormai siamo nel mirino». I segnali non sono incoraggianti. Le comunità ebraico messianiche ritiratesi nel deserto del Negev vengono spesso attaccate da gruppi di studenti usciti dalle scuole religiose legate allestremismo ebraico.
In autunno a Gerusalemme una chiesa del culto è stata incendiata a colpi di molotov.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.