da Gerusalemme
Israele ha cominciato ieri a ridurre, come aveva annunciato, le forniture di carburanti alla Striscia di Gaza, controllata dagli estremisti di Hamas. Il provvedimento rientra nel quadro di un piano che progressivamente ha il fine ultimo dichiarato di portare alla totale separazione tra lo Stato ebraico e la Striscia, ma è anche una risposta al quasi quotidiano lancio di razzi Qassam contro il territorio israeliano e ai quali i raid dell esercito non riescono a porre fine.
Il passo israeliano, che secondo lOnu potrebbe portare anche a una crisi umanitaria, è stato vigorosamente denunciato dai palestinesi. Secondo Ahmad Ali, vice direttore dell Agenzia per il petrolio dell Autorità palestinese, che distribuisce i carburanti ricevuti a compagnie private palestinesi, «si tratta di un serio avvertimento alla popolazione di Gaza la cui vita è in pericolo. Gli ospedali e le stazioni di pompaggio dellacqua saranno infatti colpiti dall insufficienza di carburanti». Il passo è stato condannato anche da pacifisti israeliani che hanno tenuto una manifestazione di protesta davanti al ministero della difesa a Tel Aviv.
Sullentità dei tagli circolano cifre diverse, di fonti palestinesi ed europee, anche se comunque sembrano oscillare tra il 25 e il 29 per cento per quanto riguarda la benzina e il gasolio.
Fonti dellUe hanno fatto sapere che ieri sono stati forniti di 273 mila litri di gasolio invece della quantità abituale di 360 mila litri. Si tratta di gasolio che è usato dalla locale centrale elettrica, lunica operante nella Striscia. Ma i palestinesi sostengono che la riduzione è maggiore: il 29 per cento.
Leffetto dei tagli comincerà a essere avvertito sono tra alcuni giorni, dopo che si saranno assottigliate le riserve di benzina e gasolio, di solito sufficienti per quattro giorni.
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