Istanbul - Diciotto morti e 154 feriti, di cui 15 in condizioni gravi. È il conto delle vittime degli attentati terroristici che ieri notte hanno colpito la parte europea di Istanbul. Secondo la polizia, i responsabili potrebbero essere i ribelli curdi del Pkk. I due ordigni sono esplosi in rapida successione in serata nel quartiere Gungoren, il primo in una cabina telefonica e il secondo pochi minuti dopo in un cassonetto dell’immondizia
Nessuna rivendicazione "Non c’è alcun dubbio che si sia trattato di un attentato terroristico, il fatto che la zona fosse affollata ha fatto aumentare il numero delle vittime", ha spiegato il governatore in conferenza stampa, aggiungendo che la polizia ha avviato un’inchiesta per accertare le responsabilità. Stando alla rete satellitare Cnn-Turk, la polizia sospetterebbe dei ribelli curdi, dopo che i servizi segreti avrebbero avvertito del rischio di un attentato. In passato i terroristi curdi hanno rivendicato attentati a Istanbul ma c’è da aggiungere al quadro di tensione in Turchia il fatto che oggi la Corte suprema comincerà a deliberare sulla costituzionalità del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (quello del presidente della Repubblica, Abdullah Gul e del capo del governo Recep Erdogan) sospettato di attività antilaiche. Il partito, nato dalle ceneri del già vietato partito Islamista, potrebbe essere bandito dal sistema istituzionale. Altro elemento preso in considerazione dagli inquirenti che vagliano il movente degli attacchi è la decisione con cui venerdì scorso il tribunale di Istanbul aveva rinviato a giudizio 86 persone accusandole di aver complottato per rovesciare con un golpe il governo in carica. Tuttavia il vicepremier Hayati Yazici, recatosi sul luogo delle esplosioni, ha dichiarato in conferenza stampa di non avere alcuna informazione su quale gruppo terroristico abbia compiuto la strage.
La ricostruzione dell'attacco Secondo la ricostruzione fornita, un primo piccolo ordigno è esploso all’interno di una cabina telefonica su un viale del quartiere periferico di Güngoren, sulla riva europea della metropoli turca, in una zona pedonale molto frequentata la sera; pochi minuti dopo ci sarebbe stata una seconda deflagrazione, molto più potente, che avrebbe investito i numerosi curiosi accorsi dopo la prima esplosione. Nella notte è arrivato il primo commento del presidente turco Abdullah Gul: "Nessun obiettivo può essere raggiunto con la violenza, il terrorismo, uccidendo degli innocenti. Questi attacchi dimostrano quanto disumani e miserabili siano i mandanti".
I controlli della polizia Le forze dell'ordine polizia stavano pattugliando con attenzione il quartiere di Gungoren da una settimana, segno che, probabilmente, alla Questura generale di Istanbul qualcosa era già nell’aria. Lo rende noto l’emittente televisiva Ntv, specificando che negli ultimi sette giorni la polizia effettuava controlli sulle persone che camminavano nel quartiere a ogni ora del giorno e della notte, chiedendo i documenti e chiedendo di aprire eventuali borse.
Il precedente È il più grave atto terroristico in Turchia dal 20 novembre 2003, quando due attentati suicidi contro il consolato e una banca britannici - rivendicati da al Qaida - provocarono a Istanbul la morte di 30 persone. Cinque giorni prima, attentati terroristici avevano già colpito due sinagoghe, sempre a Istanbul, causando la morte di 27 persone.
Nato e Ue condannano gli attacchi "Un attacco deliberato, brutale e rivolto alle popolazioni civili ed innocenti". Con queste parole il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer ha espresso oggi la più ferma condanna per gli attacchi alla bomba di ieri sera ad Istanbul. A nome degli alleati, secondo quanto si legge in una nota, Scheffer ha espresso le condoglianze alle famiglie delle vittime insieme alla "solidarietà con il popolo turco nella sua battaglia contro il terrorismo". Sulla stessa linea anche la Commissione Europea che ha espresso la più ferma condanna degli odiosi attacchi terroristico di ieri ad Istanbul, dove una bomba era "chiaramente finalizzata a fare il maggior numero di vittime possibile". In una nota, l’esecutivo di Bruxelles ha espresso la "propria solidarietà con il popolo turco in lotta contro il terrorismo ed invia le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime".
L'appello di Erdogan Il premier Recep Tayyip Erdogan è arrivato intorno all’ora di pranzo a Gungoren. Il primo ministro, visibilmente provato, era accompagnato dal vice premier Cemil Cicek e da alcuni ministri dell’attuale esecutivo. Si è trattenuto a parlare con la gente del quartiere per circa un’ora e mezza e ha fatto anche una dichiarazione ai numerosi giornalisti presenti sul posto.
"Oggi è il giorno dell’unità nazionale - ha detto Erdogan - ancora oggi ci troviamo di fronte al terrore. Sono 30-35 anni che la Turchia si oppone al terrore. Non posso fare politica da questi microfoni. Non si può fare politica davanti ai morti e al sangue. Questo voglio dire. Oggi dobbiamo essere uniti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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