Milano - Un italiano su due non è soddisfatto della sua situazione economica. Il dato emerge dall’annuario statistico Istat. Il livello di
insoddisfazione degli italiani per la condizione economica aumenta e passa
dal 46,3% del 2007 al 53,7% del 2008 (era del 33,1% nel 2001), mentre
scende la percentuale di chi si dichiara soddisfatto, pari al 43,7% rispetto al
51,2% del 2007.
Al sud cresce il malcontento I più scontenti sono al Sud (64,2%), seguono il Centro
(53.5%) e il Nord (45,9%). Chi si dice molto o abbastanza soddisfatto scende
quindi al 43,7% dal 51,2% del 2007 e dal 64,1 del 2001.
Aumenta anche la quota di famiglie che esprime un giudizio negativo
confrontando la situazione economica attuale con quella di un anno fa. La
realtà è peggiorata per il 54,5% delle famiglie contro il 41% del 2007. Chi
dice che la situazione è molto peggiorata si trova soprattutto nel
Mezzogiorno (18,7%), mentre al Nord la percentuale è del 14,9%.
Portafoglio vuoto Ad
aumentare sono anche coloro che considerano scarse proprie le risorse
economiche: la percentuale passa dal 36,3% del 2007 al 41,3% del 2008.
Così come scende la percentuale delle famiglie che considerano adeguato
il proprio reddito: dal 55,9% del 2007 al 48,1% di quest’anno.
Ma l'importante è la salute La salute, invece, consola gli italiani. L’80,1% della popolazione esprime
un giudizio positivo e il dato è di poco superiore al 2006; e mentre il 12,9%
si dice poco soddisfatto, le persone del tutto insoddisfatte sono il 4,4%. Nel
Nord, il livello di soddisfazione si attesta all’82,8%, nel Mezzogiorno scende
al 77,3%. Quanto al lavoro, il 74,6% degli italiani (quasi tre su quattro), si
dice contento della propria occupazione ma la percentuale scende rispetto
a un anno fa quando si registrava un 76,3%.
L'accesso ai servizi rimane problematico Rilevante, per l’Istat, le percentuale di famiglie che, nell’anno in corso,
denunciano difficoltà di accesso ai servizi di pubblica utilità. In testa alle
lamentele, il pronto soccorso (55,7%), le forze dell’ordine (40,6%), gli uffici
comunali (35,3%), i supermercati (31,5%) e gli uffici postali (27,9%). Le
famiglie meridionali hanno più problemi nell’accesso ai servizi, ma il divario
è più contenuto nel caso di negozi di generi alimentari e supermercati.
E anche le file agli sportelli di Asl, uffici postali e anagrafe, non lasciano
decisamente scontenti i cittadini.
Rispetto al 2007, cresce la quota di utenti che dichiara tempi di attesa
superiori ai 20 minuti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.