«Non voglio polemizzare con Pisapia, ma tutti i bambini sono figli dello stesso papà. O forse coloro che frequentano le scuole libere sono figli della serva? Lo Stato ha gli stessi doveri verso tutti loro». Così il governatore Roberto Formigoni commenta la lettera del sindaco agli studenti.
Non le piace l’espressione istruzione pubblica?
«Le parole sono quelle giuste, scuola pubblica è un’espressione giusta, a patto che non si usi nel vecchio modo ottocentesco per cui pubblico coincide con statale».
E che cosa significa scuola pubblica?
«Da almeno 50 anni per “pubblico” si intende ciò che rende un servizio pubblico ai cittadini. A Milano, per esempio, ci sono molte scuole nate per libera iniziativa di cittadini, come gruppi di genitori, associazioni culturali, ordini religiosi, che svolgono un egregio servizio educativo nei confronti di decine di migliaia di famiglie. E le famiglie devono poter scegliere la scuola più confacente ai propri principi educativi».
Pisapia cita la Costituzione che parla di scuole private «senza oneri per lo Stato».
«Il dibattito in Costituente e poi in questi decenni ha chiarito il significato di quest’espressione: lo Stato non è obbligato a finanziarle ma non c’è un divieto. Non è un diritto costituzionale ma, poiché molte di queste scuole svolgono un servizio pubblico, è opportuno che ricevano i contributi pubblici».
In un momento in cui mancano i fondi, la scuola statale ha una specie di diritto di priorità a essere finanziata?
«Ma siamo matti! per carità. Tutti i genitori sono sullo stesso piano e, oltre tutto, un bambino che va alla scuola pubblica fa risparmiare allo Stato miglia di euro l’anno».
Lo Stato dovrebbe restituire ai cittadini i soldi che ha risparmiato grazie alla scelta dei genitori che hanno preferito scuole non statali?
«Se tutti i genitori che hanno preferito una scuola di quelle che io preferisco chiamare libere e non hanno mandato i propri figli alle scuole statali, si presentassero tutti improvvisamente alle scuole statali, lo Stato subirebbe un tracollo! Lo Stato risparmia moltissimi soldi ed è giusto che almeno una parte di questi soldi vengano dati alle famiglie come contributo allo studio».
Ma non è una questione che riguarda solo le scuole cattoliche?
«Nient’affatto. A Milano, per fare un esempio, c’è Rinascita, una scuola di sinistra che opera da decenni e funziona molto bene. Ci sono molte scuole di ispirazionee laica accanto a quelle cattoliche».
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