Studenti in ritardo per conoscenza e competenza Nella ricognizione realizzata da un gruppo di esperti del ministero della Pubblica Istruzione e del ministero delle Finanze emerge che "tutte le indagini internazionali - si legge nel Quaderno - convergono nel mostrare che gli studenti italiani hanno un significativo ritardo nei livelli sia di conoscenza, sia di competenza, ovvero nella capacità di utilizzare conoscenze e abilità in contesti specifici che caratterizzano le condizioni di vita odierne".
Il documento Assai elevate, rileva ancora il documento, "sono le differenze di risultato fra le singole scuole (anche dello stesso indirizzo) - il 57% della varianza totale delle competenze - è fra studenti di scuole diverse, anzichè all’interno della stessa scuola, contro il 34 per cento nella media Ocse, rivelando un sistema poco equo, dove è accentuata la concentrazione degli studenti con situazione socio-economica meno favorevole e la connessa segmentazione delle scuole secondo la qualità".
Molti adulti analfabeti Molto elevato, inoltre, denuncia ancora il "Quaderno Bianco" è anche il grado di "analfabetismo funzionale della popolazione adulta: sarebbero circa due milioni le persone in questa situazione in Italia, concentrati nella fascia d’età compresa tra i 46 e 65 anni e prevalentemente al Sud. Permane una quota ancora importante di individui dotati della sola licenza elementare (il 25 per cento nella fascia di età 15-65 anni), e la partecipazione degli adulti all’apprendimento permanente è modestissima in tutte le aree del paese (solo il 7%). Forti sono le ripercussioni negative di questo fenomeno anche sulla quantità e qualità di istruzione dei figli".
Praticantato per gli insegnanti Una delle proposte per il futuro della scuola riguarda il metodo di reclutamento degli insegnanti. Uno dei modelli possibili prevede l’ammissione a un corso di specializzazione per la formazione alla professione docente, gestito dalle università in collaborazione con le scuole, nel quale avrebbe un peso gradualmente crescente (con la progressione del corso) il tirocinio nelle scuole stesse, con il supporto di insegnanti esperti. Il numero di ammessi sarebbe dimensionato periodicamente con riferimento a previsioni di fabbisogno e turn over. Si prefigurano poi sistemi di incentivazione, valorizzazione e progressione di carriera per il personale docente.
Scuole sotto controllo L’idea è quella di valutare i progressi degli studenti nel tempo, adeguatamente rapportati ai fattori di sfondo (back ground familiare e culturale, criticità legate al territorio e all’ambiente, ecc..), e il "valore aggiunto" delle singole scuole (una sorta di pagella) in modo da indirizzare meglio gli interventi per correggere il tiro laddove fosse necessario. Farebbero parte del pacchetto forme di incentivazione degli insegnanti a livello di intera scuola legate a obiettivi di progresso.
Stop al precariato e spazio ai giovani La programmazione, anche a lungo termine, del fabbisogno di insegnanti e di tutto il personale, non solo è uno dei requisiti per migliorare l’organizzazione del lavoro, ma impedisce la creazione di nuovo precariato. Il quaderno bianco stima il flusso prevedibile di nuove entrate (in aggiunta all’inserimento in ruolo già avviato per 150 mila precari): entro il 2011-2012 si dovrebbero reclutare fra 70 e 90 mila nuovi insegnanti e questa cifra salirebbe a 170-220 mila entro il 2016-2017, con il risultato - si legge nel documento - che fra 15 anni sarà stato rinnovato tra il 34 e il 44% del corpo docente.
La Aprea (Fi): Fioroni copia la Moratti «Tommaso Padoa-Schioppa e Fioroni copiano la Riforma Moratti per rilanciare qualità e sviluppo nell’istruzione». Lo ha detto Valentina Aprea, componente del gruppo di Forza Italia della Camera, commentando la presentazione del Quaderno Biancoed aggiunge: «Altro che discontinuità con le scelte del governo Berlusconi. Lo studio effettuato congiuntamente dall’Economia e dall’Istruzione per scongiurare i tagli previsti dalla clausola di salvaguardia per la Finanziaria 2008( 1324,5 milioni di euro ) e per rendere il sistema educativo nazionale più efficace, più efficiente e soprattutto più europeo, prevede le stesse soluzioni contenute proprio in quelle leggi di riforma della scorsa Legislatura congelate dal governo Prodi: snellimento dei piani di studio fino a un massimo di 33 ore, superamento delle compresenze nella scuola primaria, ma soprattutto ritorno al sistema di valuzione esterna delle scuole degli apprendimenti esattamente come era previsto dalla Riforma Moratti».
«Dunque, dove sono le novità? - si chiede la Aprea - Pure se i due ministri ammettono implicitamente che le leggi del governo Berlusconi erano buone leggi non possiamo consentire che, dopo aver combattuto e interrotto il processo riformatore avviato, ora se ne assumano la paternità e presentino queste misure come le uniche capaci di rilanciare la centralità dell’istruzione nelle politiche pubbliche del Paese».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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