Italia, avanti con Fede È lei la vera anti Phelps

Record o non record? L’eterno dilemma. Il mondiale dell’era post costumoni dovrà svelare anche queste segreto: ce la faranno i nostri eroi a ritrovare la via del record credibile? Intanto godiamoci la voglia di medaglie. Pronti via e tutti in scia di Federica Pellegrini. Questa notte nostra signora delle acque, la Phelps au feminin, si calerà nelle batterie dei 400 stile libero, la sfida delle sue ansie. Se tutto andrà per il meglio, da mezzogiorno italiano (Tv su Raisport 1 e Eurosport) in poi sarà count down per la finale. Tutti con fede e con Federica. Mai come quest’anno il nuoto è aggrappato alla sua sacre e dorate bracciate. Sarà il suo fardello. Senza farne un dramma se qualcosa non andrà per il meglio. I mondiali di Shangai hanno tanto l’aria di una occasione di passaggio: per lei e per tutti gli squali della piscina. Ogni annata preolimpica rischia di essere una prova generale. Questa non dovrebbe allontanarsi dalla tradizione.
Federica è regina uscente dei 200 e 400 metri e ne detiene anche i primati del mondo. Che campionessa sarà dopo aver passato un inverno alla ricerca del suo essere campionessa? Da Verona a Parigi e ritorno, sempre scortata da Philippe Lucas, tecnico mille usi, quella specie di cantante rocker che quest’inverno si è presentato a Venezia in scarpe da ginnastica, pantaloni militari e canotta così diverso da Alberto Castagnetti ma così diretto nel tener botta alle bizze di Federica. Ci sono stati i momenti difficili, ma ognuno sapeva qual era la sua consegna. Oggi la Pellegrini comincerà a tirare i conti del lavoro. Il programma è fatto: nuoterà 200 e 400. «Poi sceglierò fra staffetta e 800 sl, niente 100 sl». Vedere Lucas con la maglietta Italia fa un po’ effetto, così diverso negli schemi mentali dai nostri allenatori. Veder Federica in fredda con il fidanzato Luca Marin allieta il gossip, ma pare colpisca solo il mondo esterno. Il tempo dell’attesa è finito. Per ora la Pellegrini accredita il «tutto bene». Lo ha spiegato: «Gli ultimi due anni non sono stati facili. Ora sono più consapevole della mia dimensione di donna e atleta. Arrivo al mondiale con serenità, sarà il mondiale della tranquillità». Difficile in caso di flop totale, ma non sarà il colore di una medaglia a rovinarle la vita. Ormai la signora delle acque ha vinto tanto, conquistato tutto, le manca solo il bis olimpico per soddisfare lo specchio delle vanità.
Fede eppoi gli altri: poco d’azzurro (oggi la 4x100 maschile proverà un’impresa da podio), ma occhio ai cannibali. Michelone Phelps ha messo otto mesi di allenamento per riprendersi da 18 mesi di gozzoviglie. Quest’anno si proverà nei 100 e 200 farfalla, 200 misti e 200 stile libero. Immagina un mondiale con tanti record, al contrario di Federica che crede ai record col contagocce. Nell’era del costumone, Phelps si è ritrovato con tanti avversari imprevisti e imprevedibili. Ovvio che ora si senta più a suo agio. Ha fatto cadere muri e record senza aiuti esterni. Il costumone è stato uno scandaloso aiuto non chimico degli anni passati, la benevolenza del Tas nei confronti del doping di Cesar Cielo, il siluro brasiliano dello stile libero, sarà la nuvoletta che non abbandonerà mai il cielo di Shangai. «Lui è un campione e lo sappiamo, ma è il sistema che non va e preoccupa. Crea un precedente», sintetizza Magnini con voce che viene dal cuor di tanti.
Sarà il mondiale d’assalto delle nuove leve (mettiamoci anche gli azzurri: il ranista Gozzoli, il mezzofondista Pizzetti e i velocisti), nei 400 s. l. maschili (prima finale) faranno a spallate le torri gemelle del nuoto: Paul Biedermann, il 24enne tedesco da un metro e 93 che a Roma conquistò gli ori nei 200 e 400 spazzando le velleità di Phelps, contro Yannick Agnel, due metri e due centimetri di stazza francese, solo 19 anni, una polmonite superata a inizio anno ed ora voglia di doppietta, 200 e 400 dove il cinese Sun Yang è padrone del miglior tempo stagionale. E aggiungete pure il sudcoreano Park Tae Wan, campione del mondo 2007 e campione olimpico 2008. Eppoi che altro? Il giapponese Kitajima vorrà riprendersi il regno della rana, i francesi promettono tanto, Ossama Mellouli, tunisino che ama l’Italia e vive a Los Angeles, dovrà far spettacolo nel mezzofondo. L’Australia non starà a guardare. Si dirà: solita storia.

Vero, ma l’anno preolimpico porta sempre sorprese.
E intanto stamane dita incrociate per Tania Cagnotto: ieri si è infilata nell’ultimo posto libero della finale del trampolino da 3 m. Oggi chissà? Anche nella finale da 1 metro cominciò così.

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