Cinque cioccolatini addolciscono la bocca dei fiorentini e di Prandelli, lanciano l’Italia a quota 6 punti nel girone di qualificazione e consentono, almeno per un mese buono, di dimenticare i tormenti passatI del calcio nazionale. Da questa mattina possiamo dedicarci a Milito e Ibrahimovic, a Borriello e Cavani, al campionato che ritorna e alla Champions league che bussa alle porte, nella convinta speranza di raccogliere qualche altro segnale positivo. Forse non siamo conciati proprio così male, come il Sudafrica ha descritto il nostro calcio. É bene però non affidare al 5 a 0 di ieri sera a Firenze nessun altro significato, se non quello, elementare, del risultato largo e meritato, scortato da qualche imprecisione balistica come si conviene ad occasioni del genere in cui il rivale vale poco, molto poco, una sorta di allenamento del giovedì con la primavera. Perciò nelle pagelle non troverete voti eccellenti: il valore delle perfomances, da sempre,è calibrato sullo spessore dell’avversario. E le Far Oer, un’orgia di cognomi con la desinenza “sen“, non possono costituire un banco di prova esaltante. Semmai possono provare, quasi per paradosso, lo smalto discutibile di alcuni cavalieri scelti da Prandelli per l’occasione. Due nomi su tutti da segnalare: Gilardino, nonostante la spinta del pubblico amico, e Giuseppe Rossi ancora a corto di condizione e col piede non molto caldo. Anzi piuttosto freddo. Quagliarella, appena arrivato nella mischia, per esempio, in un clima ostile, dimostra di avere un altro rapporto con il gol: alla prima occasione artiglia una palla vagante in area di rigore e la deposita in buca. Il divertimento, nel primo tempo, è tutto merito di Cassano, delle sue giocate e anche dei triangoli perfettamente riusciti partiti dai piedi ispirati di De Rossi e Pirlo, dello stesso Montolivo. Qualche minuscola censura sul conto delle due sentinelle laterali difensive, De Silvestri e Antonelli, entrambi al debutto: si vede lontano un miglio che hanno gamba e voglia di fare, ma si vede altrettanto chiaramente la loro modesta cifra tecnica. Certo, Fiorentina e Parma possono migliorarli ed è quello che Prandelli richiede in fondo, dopo aver ringraziato Firenze e i fiorentini per la magnifica accoglienza. Le prossime due sfide, a Belfast e in casa con la Serbia, non sono proprio due allenamenti.
sv VIVIANO
Prende applausi per le sue radici (è nato a Fiesole, ha un giglio tatuato sul petto, la figlia si chiama Viola) più che per i suoi interventi. Effettuati coi piedi e in uscita senza tremori.
6 DE SILVESTRI
Sulla corsa niente da dire, discutibile l’abilità balistica nel mettere sul piede dei suoi i tanti palloni lavorati in corsia. L’ultimo del primo tempo, recapitato a Rossi, è come si conviene a un nazionale.
6 BONUCCI
Per eccesso di zelo perde un pallone nel disimpegno che gli procura un cicchetto dalla panchina. Nei rilanci invece tradisce la sua buona scuola e la voglia di somigliare sempre più al suo modello, Piquè, puntello del Barcellona e della Spagna al momento distante anni luce.
6 CHIELLINI
L’abitudine ad alzare il gomito (calcisticamente parlando) gli comporta qualche conseguenza (una punizione dall’esito anonimo). Distribuisce consigli in particolare al suo sodale juventino Bonucci che nonsempre vengono colti al volo.
6 ANTONELLI
Quando Pirlo lo serve senza guardarlo, il giovanotto, di scuola milanista e destinato (a gennaio) all’Inter, si fa cogliere impreparato ed è la conferma solenne della sua acerba preparazione.
6.5 MONTOLIVO
Il suo presidente Andrea Della Valle gli manda a dire di non aver gradito le incertezze sul rinnovo contrattuale ma forse è la serata meno adatta a discutere dell’argomento. Manca un bel gol utile alla doppia causa (sua, contrattuale, e della Nazionale) e se ne rammarica dando la colpa all’erba traditrice.
7 PIRLO
Tre calci d’angolo, tre gol. Forse abbiamo trovato il filone giusto almeno in certe sfide semplici semplici per risolvere il problema del gol. In piena libertà può dare libero sfogo alla sua abilità geometrica concedendosi anche qualche tocco lezioso. La punizione è un colpo di pennello.
6.5 DE ROSSI
L’idea del ct di prevedere un centrocampo a tre teste (appena marcano uno dei tre, gli altri due si marcano e ricevono palla per impostare) è buona non tanto perle Far Oer ma per il futuro azzurro. Oltre che per il collega milanista Allegri. Segna un gol che è sempre una bella abitudine. dal 31 st PALOMBO sv
5.5 G. ROSSI
L’acciacco alla caviglia c’entra poco con la sua prova, al di sotto delle attese. Per la difficoltà nello scegliersi la posizione e per un paio di golose occasioni sprecate. dal 14 st QUAGLIARELLA 6. Qualche fischio solo perchè veste bianconero: risponde con l’artiglio del 4 a 0
6 GILARDINO
Colma la lacuna statistica ma non la sua prestazione che a dispetto dell’1 a 0 resta poverina di contenuto tecnico. E non solo perchè si fa pizzicare un paio di volte in fuorigioco. Un golletto per gradire e cancellare il ritardo (11 mesi fa la tripletta a Cipro): da segnalare il gesto tecnico di una bella rovesciata. dal 14 st PAZZINI sv
7 CASSANO
Sotto gli occhi di Roberto Baggio e Rivera in tribuna, si comporta da autentico numero dieci. Prima pensa a se stesso (col gol del 3 a 0 che è un bengala acceso nella serata), quindi provvede a collezionare assist per la compagnia. Molti vengono sciupati, purtroppo.
6 Ct: Prandelli
Accoglienza strappa-lacrime come si convine a un tecnico rimasto a Firenze 5 anni lavorando benissimo ed coltivando rapporti umani: i figli in tribuna, sciarpa e targa regalate dagli ultrà, applausi dei fiorentini comuni che gli vogliono un gran bene. Lui un po’ si emoziona e un po’si diverte.
Far Oer: Nielsen 5, Bo 5, Lokin 6, Rubeksen 6, Gregersen 5; Davidsen 5, Mouritsen 5, Benjaminsen 5, Petersen 5, Samelsen 5, Edmundson 5. Ct Kerr 5
Arbitro: Kulbakov 6.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.