«In Italia divorzi e separazioni fanno più vittime della mafia»

Roma. «Nel nostro Paese, non ci si rende conto che la famiglia uccide più della mafia e che le separazioni e i divorzi, spesso mal gestiti, sono quotidianamente la causa di omicidi o stragi familiari» sostiene il presidente dell’associazione avvocati matrimonialisti Gian Ettore Gassani. Nel 30% dei casi, le separazioni sono accompagnate da reati intrafamiliari, molti dei quali sfociano successivamente in gesti estremi. L’Ami fornisce alcune cifre significative: in Italia si consuma in media un omicidio in famiglia ogni 2 giorni, 2 ore, 20 minuti e 41 secondi. Il movente è passionale nel 25,9% degli omicidi; seguono contrasti personali nel 21,8% dei casi, i disturbi psichici nel 16,2%, le liti per l’assegnazione della casa coniugale nel 15%, le ragioni economiche come assegni di mantenimento o restituzioni di somme nell’8% dei casi.
«Ogni società di ogni epoca ha prodotto reazioni individuali inconsulte e violente, apparentemente incomprensibili: quello che cambia oggi è l’amplificazione mediatica, che da un lato può far sembrare il fenomeno più eclatante e dall’altro può creare deleterie voglie imitatrici ed emulazioni». Così il sociologo Sabino Acquaviva commenta all’AdnKronos la strage di Mantova.

«Dai tempi di Giulio Cesare a oggi - estremizza Acquaviva - ma forse si potrebbe risalire persino alla preistoria, l’uomo ha sempre conservato nell’interno del suo animo un elemento conflittuale con il resto della società, della comunità nella quale è inserito. Un elemento che quasi sempre viene tenuto per fortuna a bada,in naftalina, ma che talora può saltar fuori ed esplodere anche in maniera clamorosa».

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