«In Italia Generali sarà più forte»

Commenti positivi degli analisti. Reazione negativa della Borsa. Ma Generali, in una giornata nera per i titoli assicurativi in tutta Europa (meno 3,12% l’indice DJ di settore), ha contenuto le perdite in un ragionevole meno 1% (Alleanza meno 1,49%). Alla doppia mossa di incorporare Alleanza dopo aver integrato con Toro le sue attività assicurative, valorizzando le rispettive linee di prodotto, è stata riconosciuta un indubbio valore industriale. «Un’operazione - ha sottolineato l’ad di Generali, Giovanni Perissinotto - con prospettive di lungo periodo e con l’obiettivo di un ampio rafforzamento in Italia», dove la «nuova» compagnia sarà la quarta sul mercato (dopo Generali, Ina Assitalia e Allianz).
Sui tempi dell’operazione (chiacchierata e attesa da anni) Perissinotto è stato netto: aveva senso farla adesso, anche perché da dicembre sono in vigore benefici fiscali che il gruppo può cogliere in pieno. Ricordiamo che, nell’ambito delle sinergie da 200 milioni annunciate entro il 2012, sono previsti risparmi fiscali per 40 milioni. Dopo quell’anno le sinergie nette sono stimate in 110 milioni all’anno.
Quanto a Intesa Vita, uno dei più caldi temi sul tappeto, Perissinotto ha confermato le recenti dichiarazioni del presidente Bernheim secondo il quale «per noi non è andata bene, non siamo soddisfatti». Il 50% della jv con Intesa Sanpaolo in capo ad Alleanza confluirà nella capogruppo Generali; ma sarà ancora Alleanza, ad aprile, a decidere se rinnovare - o no - i patti parasociali. Così appare sullo sfondo, e quasi virtuale, la scadenza degli accordi commerciali fissata per la fine del 2009: perché, se venisse deciso di non rinnovare i patti, i mesi successivi sarebbero di smobilitazione. Alleanza può esercitare un put che sul mercato è stimato, all’incirca, 700 milioni di euro. Ieri Perissinotto ha confermato che si tratta di «una situazione aperta». Dal 2003, anno di avvio del contratto di bancassurance, sono peggiorate radicalmente almeno due cose: alla rete l’Antitrust ha sottratto mille sportelli, mentre la crisi economica fa sì che la raccolta sia indirizzata più sui prodotti bancari che su quelli assicurativi. Indicativi, in questo senso, i dati della produzione Vita del gruppo in Italia: a una nuova produzione del 4%, fa riscontro un più 13% dei canali tradizionali cui si contrappone un meno 9% della bancassurance.
Nell’incontro con gli analisti sono stati toccati anche altri temi: al servizio dell’incorporazione di Alleanza non sono state messe azioni proprie - ha detto il cfo Raffaele Agrusti - ritenendo le nuove azioni uno strumento di maggiore flessibilità. I dividendi che saranno deliberati per Alleanza e per Generali non avranno alcun impatto sul concambio già deciso.

Non cambierà la politica sul real estate, ora che il 100% degli immobili del gruppo finirà in capo a Generali (la metà finora appartiene ad Alleanza). Nessun problema infine, per il rifinanziamento del debito da 1,2 miliardi in scadenza a giugno.

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