Italia-Germania 4-3, quando il gol è da museo

A proposito di epopee calcistiche, il pallone finisce anche in mostra ma questa volta, grazie a Dio, Mourinho non c’entra. Gli eroi in calzoncini da celebrare sono quelli di 40 anni fa, tempi in cui i fantasisti trotterellavano sul rettangolo di gioco a una velocità quasi umana e le stazze fisiche permettevano di sognare e immedesimarsi nei campioni. Uno a caso, Gianni Rivera che a vederlo oggi in Champions parrebbe un mingherlino passato di lì per caso, ma che il 17 giugno del 1970 firmò la partita del secolo, quell’Italia-Germania 4 a 3 che dal 26 maggio sarà ricordata in una mostra all’Atelier Gluck Arte. Repetita iuvant, verrebbe da dire, visto che l’indimenticabile impresa azzurra alla semifinale dei Mondiali del Messico è un’icona ampiamente celebrata da libri, documentari, riviste e perfino da un film. L’intento, spiega il curatore Franco Dassisti, è «far rivivere le emozioni di quella gara, definita da una targa allo stadio Azteca, il partido del siglo, anche a chi non l’ha potuta vedere».

Oltre a veri e propri cimeli, come un biglietto originale per l’Azteca, il pallone di Messico ’70 autografato da Pelè, una copia della Coppa Rimet e gli album completi delle figurine, saranno esposti ritagli di giornale, copertine di dischi e locandine. Tutti alla mostra, dunque, anche per prepararci ai Mondiali del Sudafrica perché, come direbbe De Chirico, senza la riscoperta del passato non è possibile la scoperta del presente.

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