Panico ieri sera nelle redazioni dei giornali dal cuore ambientalista: quello che va in tachicardia ogni volta che la temperatura si alza di un grado, «confermando la drammaticità del global warming».
Il lancio Adnkronos delle 17.19 titolava «Si è fermato il riscaldamento globale». Per verificarlo basta aprire la finestra, effettivamente fa un freddo cane. Chi non vuol rischiare gli spifferi d’aria, può invece accendere la tv: i telegiornali concordano nel descrivere - con originale metafora - l’Italia «prigioniera nella morsa della neve». Poi l’immancabile toto-termometro: «Gennaio 2008 è stato il più freddo in Italia negli ultimi 20 anni».
«Comunque siamo a fine novembre. E in questo periodo, di solito, non c’è mai un sole che spacca le pietre», annota Michele Serra che, sulla stucchevole querelle dell’«emergenza freddo», dell’«allarme caldo» e delle «temperature record», continua a scrivere commenti memorabili. Peccato che il suo giornale, la Repubblica, sia uno di quelli che il tormentone del catastrofismo ambientale continua a cavalcarlo alla grande. L’ultimo Sos è del mese scorso: «Letargo impazzito e false migrazioni, così l’effetto serra cambia gli animali». Uno scenario da The day after tomorrow che confonde film e realtà, attribuendo a quest’ultima la suggestione della fiction. E come non ricordare la bufala dell’orso polare condannato a morte dallo scioglimento dei ghiacci? Roba da brividi.
Gli stessi che devono aver fatto fremere di indignazione gli ultrà verdi del buco nell’ozono leggendo le previsioni del meteorologo Paolo Ernani: «La stagione invernale potrebbe essere caratterizzata da prolungati periodi di maltempo dove più frequenti saranno le irruzioni di aria fredda». «Aria fredda», capito? Bisognerà pur farlo sapere a quelli che, appena qualche settimana fa, titolavano sui giornali italiani: «Allarme Mar Artico, tra dieci anni sarà scongelato»; oppure «Artico, allarme Wwf: la calotta di ghiaccio si stringe più rapidamente del previsto». Esattamente l’opposto di quanto accertato da Science: «La situazione in Antartide e Groenlandia si è stabilizzata».
Sulla stessa linea è anche l’esperto interpellato dall’Adnkronos: «Le vicende atmosferiche, su scala globale, si stanno canalizzando, anno dopo anno, verso una fase caratterizzata da temperature sempre più basse». «Temperature sempre più basse», chiaro? «La nostra tesi - conclude Ernani - è che il riscaldamento globale si sia fermato già da alcuni anni».
Non ci credete? La Repubblica, riprendendo uno studio di Nature, avverte preoccupata: «Sole troppo pallido, rischiamo il gelo». E vai col ghiaccio bollente.
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