Politica

Gli italiani a letto senza sonno Ogni notte svegli in 12 milioni

L’insonnia colpisce soprattutto le donne. La scienza la considera una malattia: ecco come curarla

Stanotte 12 milioni di italiani soffriranno: chiuderanno gli occhi, ma resteranno svegli. Domattina saranno nervosi, irascibili, stanchi. Perché dormire fa bene. Lo dice la scienza che abbatte pregiudizi e detti popolari: riposare non è una perdita di tempo, ma serve a vivere meglio. Lo sanno quei 12 milioni di italiani - il 15% della popolazione - che si alzeranno dal letto per cercare conforto in un libro, in un film, in una camomilla. Soprattutto lavoratori, donne - più della metà dei pazienti - e persone con un’età media di 58 anni. Cifre dello studio Morfeo 2, condotto dall’Associazione italiana medicina del sonno in collaborazione con l’Associazione italiana medici di medicina generale.
L’insonnia è una malattia, anche se spesso trascurata. Dormire poco espone al rischio di disturbi cardiaci o immunitari e alla depressione. Di insonnia soffre non solo chi ha difficoltà a prendere sonno o chi si sveglia spesso nel cuore della notte, ma anche chi riposa male e al mattino si sente stanco e di cattivo umore. Le cause sono molte. L’insonnia secondaria (quella legata ad altri fenomeni) deriva spesso da difficoltà nella respirazione, continui movimenti involontari del corpo, scompensi nel ritmo giorno-notte. Ci sono poi il sonnambulismo, il sonniloquio e la narcolessia.
«Spesso - spiega Franco Ferrillo, presidente dell’Aims - l’origine di questi disturbi è legata a problemi psicologici, in particolare ansia e depressione. Molti pazienti tendono a curarsi da soli, ma l’intervento di un medico è necessario, soprattutto quando questi fenomeni diventano cronici».
Secondo lo studio, solo il 16,2% delle persone che soffre di insonnia interviene in modo adeguato. E questo nonostante sia provato il legame fra insonnia e malattie cardiovascolari, ansia e depressione. Il modo migliore per superare questi disagi è affidarsi agli specialisti, nei centri di medicina del sonno. In Italia ce ne sono una ventina. Qui i medici cercano di capire la natura dell’insonnia e intervengono con un approccio psicologico, cercando di evitare le medicine. E poi spiegano le regole base dell’igiene del sonno: fare attività rilassanti due ore prima di andare a dormire, coricarsi e svegliarsi sempre alla stessa ora, non recuperare la mattina le ore perse di notte, consumare pasti leggeri e andare a letto solo per dormire, quando si è veramente stanchi. E, poi, evitare di guardare la tv in camera, non assumere stimolanti come la caffeina, svolgere attività fisica nel corso del pomeriggio, imparare un metodo di rilassamento come lo yoga. Se non bastasse ci sono i metodi più tradizionali, come bere un bicchiere di latte caldo o una tisana, fare un bagno caldo e infine, direttamente dall’antico Egitto, dormire con la testa rivolta a Nord per favorire la circolazione sanguigna. Tutti metodi validi, l’importante è dormire bene perché il sonno notturno è fondamentale per il cervello.
Di notte il corpo si distacca dalle fatiche quotidiane e recupera energie da spendere il giorno successivo. Nozioni, esperienze e pensieri vengono catalogati, quelli utili sono immagazzinati, gli altri eliminati. «È per questo che riposare bene è fondamentale - conclude Ferrillo -. L’importante è non convincersi che non ci sia soluzione.

Altrimenti si instaura un circolo vizioso che può trasformare una insonnia saltuaria in un problema cronico».

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