Se la guerra non è convenzionale (una statuetta del Duomo come corpo contundente è una novità, in effetti), pure le armi devono esserlo. E quindi, nel dopo-aggressione, tra berluscones e antiberluscones è battaglia di cifre, social network, insulti e citazioni.
La contraerea della Cavalleria (intesa come sostenitori del Cav) reagisce compatta. Allagguato e soprattutto alla beatificazione di Massimo Tartaglia. Un misto di sdegno e affetto, orgoglio e shock. Sono quasi 5mila i messaggi giunti a www.forzasilvio.it: cè Luciano Granello che si commuove: «Ieri ho pianto. Presidente, tanta gente onesta la aspetta»; Diego Romano tifa: «Non mollare Silvio, ti vogliamo rivedere combattivo e di buon umore come sempre»; Francesca De Luca profetizza: «Chi ti ha ferito come in guerra, la pagherà al voto».
Tantissime le testimonianze di vicinanza apparse anche su Spazio Azzurro, nel sito del Pdl, dove si ricorda come «con il presidente è stata aggredita incivilmente la maggioranza degli italiani». Gli italiani come Carlo Conviti, iscritto al Pd, che però esprime «disappunto e solidarietà», o come chi scrive: «Ho votato Pci, Pds, Ds, Pd, ma ora basta! Le parole di Rosy Bindi sono insopportabili, mi vergogno». Sono tanti anche quelli che chiedono di scendere in piazza: «A un tuo comando - spiega Marco - scattiamo anche noi!». La violenza preoccupa, lascia senza fiato: «Vogliono una notte dei cristalli», scrive Mauro. E cè anche una religiosissima Gabriella, che scrive: «Perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Insomma, accanto a chi chiede larresto di Di Pietro e a chi ricorda gli anni di Piombo, la maggioranza del popolo berlusconiano invia abbracci, auguri, simpatia: «Sono un giovane pompiere napoletano - scrive Leonardo -, la stimo come se fosse mio padre». Su www.ilforumdellalibertà.it la discussione è accesa: «Ho immaginato come mi potrei sentire se uccidessero il nostro Silvio - confida Cris -: non esagero, credo sarebbe come un lutto familiare». Sembra che tutti lo conoscano personalmente, lo difendono e ne hanno cura: «Più loro ti odiano e più noi ti amiamo», lo rassicura Iris. Ed è Max a spiegare il motivo dellaffetto: «Lui parla al suo popolo. E lo odiano perché non capiscono come fa. Sono fiero di non essere uno che appende le bandiere della pace per poi esultare a unaggressione».
Al fianco del premier tutti i siti liberali, dallOccidentale, che ricorda come «odiare Berlusconi è diventato cool, socialmente accettabile», a Ragionpolitica. Ma è la gente comune quella che si scalda e sorprende. È Azzurrocielo che si sbilancia: «Presidente tenga duro, non mi vergogno a dirle che le voglio bene». È Primularossa che si chiede: «Ora chi giudicherà Tartaglia? La Gandus? Noi ci fidiamo solo del ministro Maroni». È Letizia che propone: «Stampate tutti i nostri messaggi per scaldare il cuore del presidente».
Il resto è guerriglia, tra le frasche di Facebook, dove ai numerosi siti pro-Tartaglia hanno fatto eco altrettanti gruppi che Tartaglia vorrebbero nellordine: ucciderlo, internarlo, bruciarlo, massacrarlo e impiccarlo. Esagerazioni e polemiche, come quelle sorte sul gruppo «Sosteniamo Silvio Berlusconi contro i fan di Tartaglia». Secondo molti dei 400mila iscritti, il titolo del gruppo - inizialmente dedicato al made in Italy - è stato cambiato nella mattinata di ieri, suscitando grandi proteste tra i non-berlusconiani.
Infine una curiosità sul mondo del calcio: oltre al sito del Milan, ovviamente tra i primi a mostrare solidarietà al presidente Berlusconi, solo il sito del Parma ha seguito tutta la vicenda dellaggressione fin dalla domenica sera, manifestando vicinanza al patron rossonero.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.