Italiani tutti inventori: 36mila brevetti in dieci anni

Record di registrazioni presso l'Ufficio europeo. Siamo ottavi nel mondo, ma l'aumento annuo ci fa superare anche Francia e Germania. Settori di punta il biomedico, il packaging e il design

Un record di brevetti, che conferma la fama nazionale: l'Italia è un paese di inventori. Dalle macchine biomediche ai nuovi procedimenti per imbottigliare il vino, dai contenitori per la pasta ai dispositivi ortopedici, fino al design d'autore: sono decine i campi in cui si sbizzarisce la fantasia degli abitanti della penisola. Tanto che negli ultimi dieci anni l'Italia ha registrato 36mila invenzioni presso l'Ufficio europeo brevetti, piazzandosi all'ottavo posto nella classifica internazionale. E registrando un incremento medio annuo più alto di quello di Francia e Germania: +4,6%.
Lo dice una ricerca di Unioncamere, presentata nel corso della Giornata mondiale per la proprietà intellettuale organizzata dal ministero dello Sviluppo economico. Tavole rotonde e incontri per ricordare che il pericolo della pirateria industriale resta alto, ed è necessario lottare ancora per un pieno riconoscimento della proprietà intellettuale a livello internazionale. Soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese. Anche se gli italiani sembrano tornare a puntare con forza sull'innovazione. Siamo più forti nel design, nella creatività e nell'innovazione di prodotto che nella ricerca scientifica propriamente detta. Ma fra i settori dove gli Archimede italici hanno raggiunto i migliori obiettivi svettano il campo biomedicale e quello del packaging, cioè il confezionamento dei prodotti.
Il contributo maggiore alla produzione di brevetti in Italia viene dalle imprese, con una quota di brevetti pubblicati nel periodo 1999-2008 che raggiunge l'86,6%. Più esigua la quota dei «singoli inventori» che sperimentano magari nel garage di casa (i brevetti depositati da persone fisiche), che non supera il 9,8%; minima quella proveniente dalle università e dai centri di ricerca (2,2%). L'81,6% delle domande pubblicate nell'ufficio europeo dei brevetti negli ultimi 10 anni proviene dalle Regioni del Nord: 49,7% dal Nord-Ovest, dove la fa da padrone la Lombardia, e 31,9% dal Nord-Est. La quota rimanente è rappresentata per il 13,2% dal Centro e solo dal 3,9% dalle regioni del Sud. Se a questi dati si aggiungono quelli relativi al solo 2009, lo scenario diventa più promettente: l'anno scorso le domande per nuovi brevetti presentate al ministero dello Sviluppo sono state circa 60mila, con un incremento del 2,2% che segna un'inversione di tendenza dopo alcuni anni di calo. Resta alta però la guardia contro le contraffazioni, soprattutto quelle ai danni delle piccole e medie imprese.

E di chi punta sulla creatività e sul design, dove è più difficile ottenere il rispetto di marchi e brevetti. Settore dove siamo particolarmente forti: negli ultimi 5 anni l'Italia ha registrato 56mila domande di riconoscimento di design comunitario, al secondo posto dopo la Germania.

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