Emma Marcegaglia, presidente degli industriali italiani, o, meglio, dei pochi grandi gruppi industriali del Paese (che è cosa diversa), ieri ha fatto due affermazioni che stanno facendo discutere. La prima è che, a suo avviso, la maggioranza non c’è più; la seconda è che è ora di finirla con queste inchieste giornalistiche sugli appartamenti e sui cognati che monopolizzano il dibattito e che a lei proprio «non interessano». La politica deve tornare, ha detto, ad occuparsi di ciò che interessa alla gente. Giudizio ovviamente legittimo, ma che dimostra come la numero uno di Confindustria sia la prima a non avere il polso del Paese. Non lo diciamo noi, che in quanto parte interessata (abbiamo posto la questione) potremmo essere accusati di partigianeria. Sarebbe bastato che la dottoressa avesse guardato l’altra sera la trasmission e Ballarò , durante la quale sono stati mostrati autorevoli sondaggi che dimostrano due cose. La prima: oltre il cinquanta per cento degli italiani (tra convintissimi e convinti) esige di sapere la verità sull’affare Montecarlo. La seconda: il gradimento nei confronti di Gianfranco Fini è caduto nel mese di agosto fino a quindici punti proprio in seguito alla vicenda-casa. Ora, non sappiamo se Emma Marcegaglia ritenga che un italiano su due sia un guardone, superficiale e un po’ stupido, innamorato di frivolezze e pure con tempo da perdere. Noi, al riguardo, pensiamo di no, anzi, il sondaggio di Ballarò è laprova che, nonostante i tentativi di insabbiare e minimizzare, la vicenda della casa di Montecarlo è un fatto che la maggioranza della gente che vive in questo Paese percepisce come rilevante. Non nel campo del gossip, ma in quello della politica. Del resto, per dirla come i nostri nonni, a differenza dei raffinati presidenti di Confidustria, la gente avrà anche le scarpe grosse, ma il cervello è sempre fino. Il ragionamento è semplice. C’è un signore, Gianfranco Fini, che ha deciso (a torto o ragione non importa) di scardinare il quadro politico fino al punto di mettere in discussione la maggioranza uscita dalle urne. Il che può provocare nell’ordine: nulla, una crisi che potrebbe sfociare in un governo tecnico (cioè di sinistra), una crisi con conseguenti elezioni. Evidentemente, per la Marcegaglia, un’ipotesi vale l’altra. Per gli elettori non è così. Gli elettori prima di tutto si chiedono: ci si può fidare di Fini? E per rispondere a questa domanda hanno bisogno di elementi, anche su fatti privati. Ci si può fidare di un politico che non spiega come mai ha venduto sottocosto un appartamento non suo? Ci si può fidare di un politico che non spiega come mai il medesimo appartamento è transitato in società dei paradisi fiscali per nascondere la verità? Ci si può fidare di un politico che non spiega come mai in quella casa ci è poi finito il cognato? Tutto questo vuole sapere la gente, cose che alla presidente di Confindustria «non interessano». E invece, a nostro avviso, dovrebbero interessarle, eccome. Perché quel signore è lo stesso che con le sue scelte ha determinato il fatto di cui si lamenta la Marcegaglia, cioè che «la maggioranza non c’è più». E siccome non credo che agli industriali italiani sia indifferente essere governati da Berlusconi o da Bersani, e siccome è ovvio che Fini potrebbe spostare, direttamente o indirettamente,l’asse da una parte o dall’altra, allora forse sarebbe meglio che una volta tanto Confindustria decidesse di schierarsi. Esagero? È di ieri, altra cosa che alla presidentessa non interesserà, la notizia che il gruppo finiano ha fatto la sua prima scelta politica, annunciando che in Sicilia andrà al governo regionale alleato di Pd e Udc contro il Pdl. Allora, forse, non è pazzesco chiedere agli industriali di informarsi bene se il possibile arbitro della politica italiana abbia fatto o no il furbetto con le case del partito, se abbia o no fatto l’arrogante caldeggiando un contratto milionario in Rai per la suocera, prestanome di compagna e genero. Altrimenti che la smettano di fare proclami sulla scarsa moralità della politica, sul libero mercato, sull’efficienza e trasparenza delle istituzioni.
A volte capita di intuire cosa succede, e cosa potrebbe succedere, studiando le mosse di un cognato più che un programma elettorale. A nostro avviso il caso Montecarlo è una di queste, e ci conforta sapere che un italiano su due la pensa come noi. Se Emma Marcegaglia non è tra loro ce ne faremo una ragione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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