da Milano
Giampiero Pesenti respinge su tutta la linea lassalto del fondo Hermes, negando un posto in più nel consiglio di Italmobiliare agli azionisti di minoranza e bocciando la proposta di conversione delle azioni di risparmio, ma tiene aperta la porta del dialogo dicendosi «disponibile a nuovi incontri». Questo lesito dellassemblea di Italmobiliare, durata quasi sette ore, che ha visto svolgersi una vera e propria battaglia sulla governance della holding finanziaria dei Pesenti. «Ci sono visioni diverse tra azionisti - ha commentato alla fine il presidente di Italmobiliare - qualcuno pensa che si possa condurre la società in modo differente. Io comunque non rifiuterò altri incontri con Hermes».
«Abbiamo proposto di mantenere la porta aperta al dialogo - ha detto a sua volta Stephan Howaldt, direttore generale del fondo Hermes - speriamo che questo sia costruttivo». Antonio Salerno, rappresentante del fondo Hermes, che controlla il 2,77% del capitale, è più volte intervenuto in assemblea, reiterando le critiche già espresse alla conduzione della società. Nel mirino, in particolare, la scarsa «efficienza» finanziaria e nella gestione del gruppo e i conflitti di interesse generati dallintreccio familiare, con gli azionisti di controllo che sono allo stesso tempo manager sia in Italmobiliare che nella controllata Italcementi.
Criticate anche le partecipazioni finanziarie in Rcs e Mediobanca, detenute da una società industriale come Italcementi, anzichè dalla finanziaria Italmobiliare. Pesenti ha risposto che il gruppo è gestito «in maniera rigorosissima, con un esame attento nei casi in cui si verificasse un conflitto dinteresse», e che comunque Italmobiliare non è un «family office» della famiglia Pesenti. Sulla scarsa efficienza invece, ha detto, parlano i risultati: «Abbiamo responsabilità di direzione da più di 100 anni, gli azionisti forse non possono essere felicissimi, ma neanche lamentarsi, considerando che il nostro gruppo ha sempre ininterrottamente distribuito il dividendo dal 1887, e non so quanti altri possono dire lo stesso».
Maggiore apertura sulle quote Rcs e Mediobanca che «se in futuro ci fossero le condizioni opportune» potrebbero essere trasferite allinterno del gruppo.
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