«Iveco rende e per ora non si quota»

nostro inviato a Montecarlo

«La quotazione di Iveco? È un problema che riguarda l’azionista. Personalmente, comunque, ritengo che Fiat sia contenta di possedere, in questo momento, il 100% di Iveco, come dimostra il contributo della divisione ai risultati del gruppo. Siamo robusti quanto basta per camminare con le risorse che il Lingotto ci ha messo a disposizione». È l’amministratore delegato di Iveco, Paolo Monferino, a sottolinearlo al Giornale al termine della presentazione a Montecarlo dell’abbinamento con gli All Blacks, la nazionale neozelandese di rugby.
Monferino, 59 anni, tra i pochi top manager della vecchia guardia ad aver resistito al «ciclone Marchionne», ha colto l’occasione per ricordare gli obiettivi al 2010: 1 miliardo di utile operativo contro i 550 milioni del 2006.
Ingegnere, dopo le tre recenti joint venture in Cina, per fine anno Iveco dovrebbe stringere una nuova alleanza. E Tata è in pole position…
«Abbiamo più di un accordo allo studio. Con Tata stiamo valutando più di un’opzione non solo per il mercato indiano, ma anche in altre aree del mondo dove potremmo lavorare insieme e costruire gamme di prodotto. Ci potrebbe essere un accordo industriale, commerciale, o entrambe le cose».
Anche il mercato Usa è un’opportunità per Iveco. Marchionne non ha escluso questa possibilità…
«È un mercato che interessa tutti. Ma non se ne parla almeno per i prossimi due anni. Non dimentichiamo che negli Usa operano gruppi automobilistici che costruiscono anche camion e che, magari, pensano di uscire dal settore dei veicoli commerciali o da quelli industriali. Ma in questo momento Iveco ha impegni più importanti a cui assolvere».
Quando pensate di raggiungere il 50% della partecipazione azionaria nella turca Otoyol?
«Il mercato turco è in crisi e la svalutazione della moneta locale non favorisce chi, come noi, esporta componenti. Prima o poi, comunque, la situazione migliorerà. A quel punto arriveremo al 50% di Otoyol. Puntiamo a un’intesa molto simile a quella tra Fiat Auto e gruppo Koch. La Turchia sarà il nostro hub per l’esportazione nei mercati dell’area circostante».


Intanto aumentano le sinergie con Cnh, che in passato lei ha guidato…
«Le sinergie ci sono e sono numerose soprattutto a livelli di fornitori. Le attività di acquisto in comune rappresentano il 70%. In questo modo si riesce a spuntare prezzi migliori. Stiamo valutando anche sinergie commerciali».

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