Jeanne Véron e Françoise Tréhet

Si tratta di due suore francesi martirizzate durante la Rivoluzione. Françoise Tréhet era nata nel 1756 a Saint-Mars-sur-la-Futaie in una famiglia di proprietari terrieri. Jeanne Véron aveva dieci anni di meno ed era di Quelaines; la sua famiglia era di condizioni modeste. Erano entrambe religiose nella congregazione di Notre Dame de la Chapelle-au-Riboul. Queste suore si dedicavano in particolare all’educazione delle fanciulle ed erano chiamate popolarmente «piccole suore grigie» per via del colore dell’abito. Verso il 1783 le due suore furono mandate ad aprire una scuola a Saint-Pierre-des-Lamdes. Qui, oltre a insegnare, assistevano i malati a domicilio. Nel 1794 la Véron si ammalò gravemente ma i giacobini la arrestarono lo stesso insieme alla consorella. Le portarono a Ernée, dove la seconda fu sbattuta in carcere e la prima messa in ospedale, occhiutamente piantonata. Il comitato di salute pubblica, commissione Clément, le fece comparire come imputate al suo cospetto, la Véron su una sedia a rotelle. L’accusa era di aver dato asilo a preti refrattari e nutrimento agli insorti vandeani. Le suore risposero che il loro abito impediva loro di negare aiuto a chiunque lo chiedesse, fosse monarchico o rivoluzionario. Naturalmente rifiutarono anche il giuramento alla repubblica scismatica.

La Tréhet aveva trentasette anni e la Véron quasi ventotto. La condanna fu, naturalmente, a morte (il codice penale giacobino aveva in pratica una sola pagina e su questa c’era stampato un solo articolo). La Véron dovette essere portata alla ghigliottina in barella.

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