Jibril, un duro alla guida dei giovani islamici d’Italia

È un venticinquenne di origini sardo-egiziane, Omar Jibril El Tabbakh, il nuovo presidente dei Giovani musulmani d’Italia (Gmi). A lui si deve la nuova svolta radicale che l’associazione sta vivendo in queste ore, con molti membri che hanno partecipato attivamente alle manifestazioni milanesi pro Hamas. In un comunicato sulla crisi in Medio Oriente, il nuovo direttivo è infatti intervenuto il 2 gennaio scorso facendo una sorta di conta dei morti, dedicando il primo editoriale proprio al conflitto israeliano. Il titolo è emblematico: «Le aggressioni su Gaza 2008-2009». Nel testo si spiega che i razzi che hanno scatenato la risposta di Israele, lanciati dai militanti di Hamas dalla Striscia di Gaza, «hanno provocato soltanto danni materiali per lo più trascurabili, e con un’infima incidenza di vittime civili» per Gerusalemme. «La violentissima offensiva aeronavale israeliana sulla Striscia di Gaza – si legge nel volantino diffuso via Internet – sta assumendo giorno dopo giorno i tratti inconfondibili del massacro». E ancora: «La popolazione palestinese è oggi sottoposta a durissimi bombardamenti, che in poche ore hanno già provocato centinaia di morti e migliaia di feriti». Fra i membri dell’associazione figurano i figli di dirigenti dell’Ucoii, ma anche molte donne.
Da quando è nata, poco dopo l’11 settembre 2001, alla guida dell’Associazione dei Giovani musulmani si sono alternati leader diversi, provenienti da ogni parte d’Italia. Ma è a Milano che oggi ha sede il cuore pulsante, lo zoccolo duro dove ogni settimana si ritrovano decine di militanti. Molti di loro erano presenti alla preghiera di piazza Duomo. E non è un caso che sia stato proprio un musulmano milanese a essere scelto per guidare la nuova fase dei Gmi dal 1° gennaio. Nella recente Assemblea generale, convocata in sessione ordinaria per il rinnovo degli incarichi, è stato eletto Omar Jibril, rampante laureato in ingegneria che vive e lavora a Milano. Jibril conosce bene la città. Lì si è sposato. Lì ha ricoperto incarichi nella sezione locale contribuendo alla sua affermazione e ha ottenuto il successo grazie a una campagna elettorale distribuita su tutto il territorio.
«Il primo intervento è caratterizzato da una visione tutt’altro che moderata», è l’ammissione di alcuni membri dell’associazione. Così il dibattito che ha animato la recentissima votazione si rinnova dopo questa sua prima presa di posizione. Nel direttivo uscente Jibril curava i rapporti con le sezioni locali e la carica di vice-presidente. Non è ancora molto noto ai media.

Ma negli anni ha costruito una rete di promozione che ha contribuito alla sua legittimazione politica, dall’Emilia Romagna alla Lombardia, dal Piemonte alla Toscana, dal Trentino Alto-Adige all’Umbria, fino alla Campania.

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