Joschka, il rivoluzionario che ha scelto il lusso

Salvo Mazzolini

da Berlino

E ora dovranno chiamarlo professore. Un bel salto per uno che non ha neppure la licenza ginnasiale e che interruppe gli studi a quindici anni. Ma Joschka Fischer è un personaggio dalle mille sorprese la cui vita è una trasformazione continua. Fotografo, attore, tassista, poi sessantottino, contestatore violento che lanciava sassi contro i poliziotti, fondatore e leader dei Verdi, prima politico arrabbiato contro tutto e contro tutti ma con il passare del tempo sempre più moderato fino a diventare un uomo delle istituzioni, addirittura ministro degli Esteri e vicecancelliere della Germania federale dal 1998 al 2005.
E ora la trasformazione più clamorosa. Abbandonata la politica attiva, Joschka si trasferisce per un anno in America dove la prestigiosa università di Princeton, la stessa dove insegnò Albert Einstein, gli ha offerto la cattedra di relazioni internazionali. Da ribelle deciso a cambiare il mondo e a rovesciarne gli assetti tradizionali, a docente della difficile arte di armonizzare e codificare i rapporti tra gli Stati. Su questa ennesima trasformazione di Fischer, gli opinionisti tedeschi hanno versato fiumi di inchiostro cogliendovi il punto di approdo definitivo di un uomo, certamente intelligentissimo, che ha dedicato la vita alla politica calandosi in tutti i ruoli possibili, del parlamentare e dell’extraparlamentare, dell’oppositore e del governante, del nemico delle istituzioni e del custode delle istituzioni.
Una trasformazione accompagnata da un cambio nello stile di vita che la dice lunga sui nuovi orientamenti dell’ex enfant terrible. Dopo quattro matrimoni finiti male, il quasi sessantenne Fischer sembra aver trovato la pace dei sensi con la quinta moglie, Minu, una ragazza iraniana che ha la metà dei suoi anni, dal volto dolce e tranquillo e dai modi casalinghi, molto diversa dalle precedenti mogli, tutte donne in carriera. E con Minu ha cambiato casa. Basta con il piccolo appartamento a Mitte, quartiere berlinese bohémien. D’ora in poi i Fischer risiederanno in una villa che hanno comprato a Grunewald, la zona residenziale più chic di Berlino, dove tra boschi e laghetti si trovano le dimore dei ricchi borghesi e le residenze degli ambasciatori. L’ex contestatore si è anche dotato di uno stemma araldico, regolarmente depositato presso un apposito ufficio, in cui è raffigurato un pesce (Fischer vuol dire pescatore).
Quanto ai rapporti con il suo partito, i Verdi, sono sempre più rari. È ancora deputato ma ha segnalato l’intenzione di lasciare anche quest’ultimo incarico. La politica attiva non lo interessa più.

Preferisce insegnare, scrivere e vivere agiatamente (grazie alla politica e all’attività di pubblicista e conferenziere è diventato ricco) È il riposo del guerriero, ha scritto un giornale. E forse è così. Ma è un tipo di riposo rivelatore circa le conclusioni cui è arrivato il ribelle di un tempo dopo tante lotte politiche.

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