Jp Morgan sorpassa Bnl e Bipiemme

Nella top ten dei grandi gruppi del risparmio gestito in Italia entra JPMorgan asset management. Ma più che per un’accelerazione, il sorpasso ai danni dei gruppi Bnl e Popolare di Milano è stato realizzato grazie a una forte resistenza al vento contrario che spirava sul mercato in ottobre: infatti, mentre Bnl accusa un saldo negativo mensile di 470,9 milioni e Bipiemme un meno 58,9 milioni, la filiale italiana del colosso americano ha fatto segnare un avanzo di 3,4 milioni.
Altro importante sorpasso, tra le prime venti protagoniste del mercato, è quello messo a segno da Azimut su Ras. In questo caso, però, agevolato da una raccolta positiva per 78,9 milioni del primo contro un saldo in rosso per 72,2 milioni di Ras. Tra i grandi gruppi, vanno poi segnalati i risultati di raccolta netta positiva di Pioneer-Unicredito (105 milioni), Bpu (104 milioni) e Montepaschi (36 milioni).
Per il resto è un lungo elenco di segni meno: da Eurizon (meno 371 milioni) al gruppo Credit Agricole-Banca Intesa (meno 1.423 milioni), da Capitalia (meno 352 milioni) ad Arca (meno 182 milioni), da Popolare Novara e Verona (meno 153 milioni) a Deutsche Bank (meno 196 milioni), da Banca Lombarda (meno 88 milioni) al Credito Emiliano (meno 131 milioni), da Antonveneta Abn Amro bank (meno 124 milioni) a Banca Sella (meno 57 milioni). Mese difficile anche per le società di gestione indipendenti. Infatti a parte la citata Azimut, soltanto Vegagest (19 milioni), Hedge invest (13 milioni) e Consultinvest (4 milioni) sono in territorio positivo; al contrario hanno chiuso ottobre con un saldo negativo tra nuove sottoscrizioni e richieste di riscatto Kairos partners (meno 17 milioni), Anima (meno 167 milioni), Grifogest (meno 39 milioni), gruppo Banca Intermobiliare (meno 33 milioni), Ersel (meno 54 milioni), Nextam partners (meno 2 milioni), Banca Profilo (meno 5 milioni) e gruppo Pfm (meno 3 milioni).


Tra le grandi reti di promotori finanziari, molto positiva la raccolta di Banca Generali (189 milioni) prossima alla quotazione in Borsa, mentre Mediolanum (meno 78 milioni), RasBank (meno 72 milioni) e, soprattutto, Fideuram (meno 214 milioni) hanno sofferto i flussi di disinvestimento.

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