da Milano
In Piazza Affari non pare esserci «malta finanziaria» sufficientemente forte per rendere solide le mura di Pirelli Re, piombata ieri a quota 13,32 euro dopo aver toccato il minimo assoluto. Una débâcle (meno 9,33% il bilancio di fine seduta) probabilmente amplificata dal colpo di martello inferto allintero comparto del mattone europeo da uno studio in cui Jp Morgan ha tagliato le proprie stime del 13 per cento.
Troppo, anche se la banca americana ha lasciato spazio per un recupero di pari forza entro il gennaio del 2009, per investitori dal sistema nervoso già intaccato dal virus dei subprime e dallo choc petrolifero. Alla fine della seduta hanno pagato anche Risanamento (meno 2,47%), Aedes (meno 8,25%) e Igd (meno 4,19%), appesantite, secondo alcuni operatori, da un reciproco progressivo riallinearsi al ribasso delle quotazioni. Lo strapiombo alle spalle di Pirelli Re, tuttavia, mette i brividi: meno 46,87% da gennaio, meno 69,2% negli ultimi 365 giorni. Jp Morgan continua a consigliare di alleggerire la presa sul titolo (underweight) fissando un prezzo obiettivo di 17 euro (prima erano 26). Resta il fatto però che lanno scorso Pirelli Re capitalizzava oltre 2 miliardi mentre ieri per la Borsa valeva 567 milioni, malgrado il patrimonio gestito sia rimasto pressoché invariato e la tenacia con cui lamministratore delegato Carlo Puri Negri ha assicurato che questanno i risultati saranno in linea con il 2007.
«In un contesto normale il titolo Pirelli Re potrebbe apparire sottovalutato, ma non si può dimenticare che il settore non dovrebbe mostrare spiragli di ripresa prima della metà del 2009», sottolinea lanalista di Centrobanca, Oriana Cardani.
La principale scommessa, digerita la decisione di rimandare il piano industriale a quando ci sarà maggiore visibilità sui mercati finanziari, è la Germania. Dove Puri Negri si è candidato ad acquisire gli immobili della catena della grande distribuzione Kaufhalle dal gruppo Metro: gli asset sono valutati 3 miliardi e Pirelli correrebbe in consorzio con Deutsche Bank e Generali. La crisi di liquidità lasciata dai subprime sembra tuttavia aver inceppato il modello delle società immobiliari così come la rotazione del portafoglio da cui Pirelli Re ha ricavato per anni laute plusvalenze. A lasciarlo intendere è un ponderoso studio nel quale Citi si interroga sulla sostenibilità del business del gruppo vista la situazione del mercato.
Timorose a prestarsi reciprocamente denaro e costrette a pagare cara la raccolta - esemplifica Oriana Cardani - le banche hanno interrotto i finanziamenti. Mandando in tilt il settore ma «qualcosa si sta muovendo», assicura il numero uno di Reag in Europa Leo Civelli rimarcando come allo stato attuale «comprare uffici o immobili commerciali sia il migliore investimento possibile per assicurazioni e fondi pensione».
Le realtà del mattone però, sottolinea il manager che guida la società di consulenza del gruppo statunitense American Appraisal, devono cambiare passo: «Non è più possibile puntare a ricavare plusvalenze dalle semplici operazioni di compravendita. Al contrario occorrerà ristrutturare il portafoglio e ridurre lindebitamento».
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