Juve, Cassano e derby i tre grattacapi di Allegri

nostro inviato a Milanello

Tutto l’Allegri capitolo per capitolo. I principali sono tre: la Juve ferita di stasera, la rivalità Pato-Cassano, il derby con l’Inter. Basta metterli in fila per ottenere un racconto attendibile delle ore vissute a Milanello prima di ritrovarsi dinanzi a un altro svincolo scudetto. «Ci vediamo al Delle Alpi» fa a un certo punto Allegri e tutti i cronisti lo prendono in giro con una serie di battute a ripetizione. «Vai, vai al Delle Alpi così perdi senza giocare» gli rispondono in coro e lui, consapevole della gaffe fatta, si ritira guadagnando con un sorriso beato lo spogliatoio.
Capitolo Juve. Il Milan si gioca la vita e anche il suo futuro lontano da San Siro: i prossimi viaggi sono da far tremare le vene dei polsi. Stasera Torino, mercoledì prossimo Londra in Champions, per non parlare di Roma giallorossa e Udine a fine campionato. «Pensiamo solo a Torino, un ostacolo per volta» stabilisce Max uscito serafico dalla sfida-trappola col Napoli e perfettamente impermeabile alle polemiche che salgono da Napoli, «qualche volta bisogna anche sdrammatizzare, la mia nei confronti di Mazzarri era una battuta» ripete sornione. La Juve è dunque la spina nella gola. All’andata sapete come finì: partenza sontuosa dei suoi, Ibra che sbatte contro la traversa e poi arrivarono due stoccate, una di Quagliarella che uccellò Antonini e Abbiati, l’altra di Del Piero, in contropiede, che definì la riabilitazione di Delneri. «La Juve è una squadra forte fisicamente e caratterialmente, molto pericolosa sui calci piazzati, tutt’altro che dimessa. Quando una squadra è ferita come la Juve, si può essere sicuri: giocherà una partita piena. Il Milan dovrà fare una grande prestazione per fare risultato: saremmo dei folli se avessimo un calo di tensione» il suo spot completo. Basta controllare lo score juventino per trovare conferma: ha battuto Ibra all’andata, ha castigato Eto’o a Torino dopo averlo fermato a San Siro. É l’ammazza-Milano.
Capitolo Pato-Cassano. É la scelta più delicata da fare, senza cedere a suggestioni. Uno, il giovane brasiliano, è reduce da due decisive prove (con Chievo e Napoli), l’altro sta riacquistando lo smalto migliore ma sente odor di esclusione e mastica amaro. «Pato sta molto bene ma per lui, dopo tante assenze, è solo l’inizio. I gol li ha sempre fatti, ha cambiato il suo atteggiamento, è più sereno e quando uno si sente meglio mentalmente, tutto gli riesce più facile» spiega Allegri didascalico. Vuol dire: caro Papero, non pensare d’aver superato ogni esame, adesso comincia la tua stagione, non puoi fermarti alle ultime prodezze. Ma c’è anche un messaggio in codice per Cassano, cui il ivornese liscia il pelo non per rabbonirlo ma per convinzione. «Indipendentemente da chi parte dall’inizio, chi viene in panchina deve essere partecipe. La panchina può diventare ancora più determinante di quanto non lo sia stata fino ad ora» scandisce bene Allegri. Vuol dire: caro Antonio, tieniti pronto anche se col Napoli non sei entrato, puoi farlo a Torino e puoi incidere proprio come Pato a Verona. «Non potete immaginare come Cassano possa cambiare l’inerizia di una partita» ripete ad alta voce Allegri che non si lascia influenzare nemmeno dal particolare status del Pibe di Bari (non arruolabile per la Champions). Il senso della scelta è elementare: gioca chi è più in forma.
Capitolo Inter. Nei dintorni di Juve-Milan si consumano altre schermaglie. Quelle di Massimo Moratti, secondo cui i veri milanesi sono interisti. «Sono battute simpatiche» fa il livornese che non a caso utilizza l’aggettivo più usato dal presidente neroazzurro. Forse è uno sfottò involontario. Con lo stesso disincanto chiosa il tifo disperato di Moratti e Tronchetti Provera per i nemici storici di Torino. «É normale: per loro, il diavolo, adesso siamo noi». In tutti i sensi, verrebbe da aggiungere. E infatti l’unico, autentico timore è che il prossimo derby del 3 aprile debba durare due settimane, a causa della sosta per le nazionali. «Sarebbe meglio andare in montagna per qualche giorno» immagina, ma invece è pronto a stare in trincea. Il derby con l’Inter comincia da stasera, a Torino: meglio attrezzarsi subito.

Come fa anche la società, ieri a Komaki, a sud di Tokio, per inaugurare la prima scuola calcio in Giappone con Franco Baresi. «Siamo alla ricerca di un altro Nagatomo» dicono. Sarebbe meglio un altro Pato o un Cassano con gli occhi a mandorla.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica