Grande Juventus? No. Juventus vincente? Sì. E tanto basta per mantenere la testa della classifica al pari del Milan, per portare a diciassette le gare di imbattibilità iniziale eguagliando così un record che dura dal 1949-50 e per mantenere inviolata da oltre 350’ la porta difesa da Buffon. Che poi il tutto sia accaduto a Lecce, sul campo dell’ultima in classifica, conta relativamente: i bianconeri quest’anno puntano al sodo e ogni tanto l’estetica può diventare un dettaglio. Vincere aiuta a vincere, si dice: e siccome la Juve negli anni passati l’ha fatto poco, nessuno storce il naso per un 1-0 che sa tanto di squadra trapattoniana. «Mi aspettavo un match difficile e così è stato - ha commentato Conte- . Il Lecce ha giocatori veloci come Di Michele, Muriel e Cuadrado: avremmo dovuto e potuto segnare il secondo gol, ma va bene così. Il mercato? Il mio confronto con la società è quotidiano, ma nomi non ne faccio».
Contro il Lecce, comunque, meglio il primo tempo del secondo. Con la Juve che, dopo essersi salvata grazie a Buffon su una conclusione ravvicinata di Giacomazzi, passava in vantaggio appena prima della mezz’ora. Merito di Matri, spedito inizialmente in panchina e poi buttato a freddo nella mischia quando Quagliarella subiva in un contatto la frattura dello zigomo: l’ex cagliaritano prima si mangiava un gol quasi fatto calciando debolmente di destro su Benassi, ma poi non poteva non buttare la palla dentro di testa quando il portiere leccese respingeva appena una conclusione dal limite di Vucinic, servito addirittura da una rimessa con le mani da parte di Chiellini. Settimo gol in campionato per Matri e orecchie che saranno fischiate anche a Borriello, «accolto» da quelli che dovrebbero essere i suoi tifosi con uno striscione che lo definiva «mercenario senza onore e dignità». «Borriello è un nostro giocatore a tutti gli effetti e ha già spiegato che il suo non era stato un rifiuto a vestire il bianconero- ha ribadito Conte- . Solo un pazzo potrebbe rifiutare questa maglia e lui non lo è: semplicemente, all’epoca, la Roma aveva garantito al Milan il riscatto del cartellino e la Juve non aveva potuto farlo ».
Comunque sia, servirà qualche gol per fare digerire il bel napoletano al tifoso della curva. Una curva che alla fine ha gioito nonostante qualche sofferenza di troppo, al punto che Conte è passato dal 4 -3 -3 al 5 -4 -1 mandando in campo prima De Ceglie e poi l’altro baby Marrone, visto che Pazienza è finito in tribuna e pare avere ormai un piede e mezzo lontano da Torino. Nel finale il Lecce avrebbe anche potuto pareggiare ma proprio il neo entrato Pasquato- in prestito dalla Juve- non trovava la porta da ottima posizione. «L’infortunio patito da Strasser a inizio gara ha cambiato il nostro atteggiamento - ha spiegato alla fine Cosmi ma avremmo potuto ugualmente pareggiare contro una Juve non così brillante. Ci siamo fatti beccare impreparati sul gol, ma abbiamo anche trovato un raccattapalle che ha dato velocemente il pallone a Chiellini. Sapevo di giocare praticamente fuori casa, ma non fino a questo punto: sto scherzando, ma perdere così fa rabbia».
Buon per la Juve, che continua a collezionare segnali incoraggianti e che mette tra sé e la non qualificazione
alla Champions League ben sette punti. «Le prossime due partite ci potranno proiettare ai piani altissimi», ha sentenziato Marchisio: Cagliari e Atalanta, per la cronaca, mentre il Milan se la vedrà con Inter e Novara.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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