Gian Piero Scevola
Larbitro barese Gianluca Paparesta è stato di parola: ha perdonato lo sfogo di Roberto Mancini che a fine gara protestava, anche alzando oltre i limiti il tono della voce, per linesistente (a suo dire) fallo di Cordoba su Nedved che ha generato la punizione-gol di Del Piero. Paparesta ha anche girato la testa, forse facendo finta di non sentire, quando il tecnico nerazzurro «pronunciava unespressione volgarmente ingiuriosa» nei confronti di un dirigente della Juventus presente nel tunnel degli spogliatoi. Ma evidentemente il Mancio di questi tempi non ha santi in Paradiso perchè il suo sfogo nei confronti di Roberto Bettega, sì era proprio il vicepresidente bianconero abusivo nel sottopassaggio, lì dove non avrebbe dovuto essere perchè non iscritto sulla distinta presentata allarbitro, la colorita espressione che lo mandava a quel paese è stata ascoltata dal solerte collaboratore dellUfficio Indagini, una figura istituzionale presente in tutte le gare di serie A.
Buonisti Paparesta e lassistente Di Mauro (che non ha riportato laffettuoso abbraccio di Materazzi nè il gesto provocatorio di Stankovic nei suoi confronti), determinante è stato dunque lintervento dello 007 federale che ha costretto il giudice Maurizio Laudi a squalificare per una giornata il tecnico jesino, con laggiunta di una multa di 5.000 euro per la recidiva del precedente duplice stop post Roma. E per lintruso Bettega unammonizione con 1.000 euro di multa. Tutto finito, direte voi? Nemmeno per sogno, perchè la partita tra Inter e Juve è infinita, come senza fine sono i veleni che il derby dItalia produce da sempre.
Il rilancio della rivalità arriva nel tardo pomeriggio: «La Juventus Footbal Club - recita una nota della società bianconera - comunica di aver denunciato alla Federcalcio il calciatore Luis Figo per le dichiarazioni rilasciate lunedì. Le affermazioni di Figo sono gravi, assolutamente infondate e false. Tanto più gravi poichè rilasciate in un contesto internazionale». Ispirata dal patron Massimo Moratti, immediata risulta la reazione dellInter che, come sempre sul sito, considera liniziativa «una prova darroganza sicuramente fuori luogo». LInter ricorda che «sono state fatte ingiustificate illazioni sulla professionalità di Figo da parte di Luciano Moggi» e che il «club nerazzurro si farà carico di difendere lonorabilità del proprio calciatore in tutte le sedi competenti e, ove occorra, a chiedere la punizione di chi ne abbia messo in discussione lonestà, attentando alla sua libertà dopinione e despressione». Come si capisce lInter prepara la difesa: si tratta di opinioni, e le opinioni, si sa, si discutono, si commentano, non si possono squalificare.
Furente, e non poteva essere che così, quel gentiluomo di Massimo Moratti che, allestero per lavoro, ha tuonato con i suoi: quelli della Juve la devono piantare, questa volta andremo fino in fondo. Figo lunedì sera aveva polemizzato con Moggi e lunedì, a Berlino, aveva rincarato la dose: «Che ci faceva Moggi dallarbitro prima della partita?». Una domanda che apriva scenari inquietanti e che sembrava ripetere quanto accaduto un paio danni fa quando a venire coinvolto in questo problema fu Adriano Galliani. Allora, in occasione di un Milan-Ancona, il vicepresidente rossonero venne accusato da un dirigente marchigiano di aver fatto visita allarbitro prima della gara. Niente di più falso, lallora presidente Pieroni si scusò per la gaffe e tutto venne ricondotto alla speciale disclocazione dello spogliatoio arbitrale, al primo piano del Meazza, a sinistra della scala che porta sotto agli stanzoni delle squadre e un corridoio alla destra che introduce nella zona «sala stampa», percorso obbligato per i dirigenti che, dopo aver salutato la propria squadra, si dirigono verso la tribuna autorità.
Moggi e Antonio Giraudo hanno fatto quel percorso, hanno sfiorato lo spogliatoio di Paparesta piantonato dal rappresentante dellUfficio Indagini. Ma non sono entrati a parlare con larbitro, dirigendosi in tribuna.
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