La Juve divide Capello e Moggi

Alessandro Parini

da Torino

Di sicuro non litigheranno davanti alle telecamere. E altrettanto certamente si saranno fatti sentire con i giocatori. Fatto sta che Moggi e Capello hanno deciso di affrontare il post Milan-Juve con un atteggiamento quasi opposto. Il succo del Capello-pensiero: «Solo sfortuna, ho capito di avere una Juve fortissima. Il Milan ha segnato grazie a episodi: un autogol, una palla ballonzolante in mezzo all’area che Kakà è stato poi bravissimo a girare in rete, una punizione su cui avremmo potuto fare meglio. In realtà non abbiamo mai subito e per lunghi tratti abbiamo giocato meglio noi». Moggi sembra avere invece visto un’altra partita: «Avevamo la sicurezza di fare risultato. Abbiamo affrontato una squadra che ha cercato e voluto fortemente la vittoria. La nostra pecca è stata quella di sentirci forti, forse per il record delle nove vittorie in fila appena stabilito. Queste cose non si fanno. Per riportarci con i piedi per terra, meglio avere perso 3-1 che 1-0».
La sostanza non cambia, la forma sì. Capello ha preferito usare la carota, Moggi il bastone. Ieri mattina, in campo, qualche muso lungo mentre il tecnico teneva a rapporto la truppa e catechizzava i suoi. Prima o poi sarebbe dovuto accadere ma, per dirla con Emerson, «la vita va avanti e il campionato pure. Alla fine, siamo ancora in testa noi». Resta da vedere se ci sarà contraccolpo psicologico. Intanto, mercoledì arriverà a Torino il Bayern Monaco e, dopo la scoppola di due settimane fa, urge riscatto: non che il passaggio del turno sia in pericolo, ma un altro passo falso farebbe scattare la sirena dell’allarme. Poi, domenica, il prevedibile brodino del Livorno potrebbe contribuire a rimettere le cose in sesto nella lotta verso il tricolore.
Intanto va preso atto che, nelle uniche due circostanze in cui gli avversari sono andati ai mille all’ora, la Juve ha patito non poco: in Baviera e a Milano, il centrocampo bianconero è parso a volte troppo lento per reggere le folate avversarie. Nella prima occasione Vieira non c’era, nella seconda sì ma non era evidentemente al meglio dopo quindici giorni di sosta ai box causa pubalgia: con il francese frenato, sarebbe toccato magari a Nedved e Camoranesi dare una mano in mezzo, dove in realtà i due si sono visti poco in fase di copertura. Va poi anche detto che la carota usata da Capello ha inteso promuovere (quasi) tutti, ma le cronache riportano un Dida a lungo inoperoso e poche vere occasioni da gol per la macchina da guerra bianconera: Trezeguet si è confermato operaio specializzato del gol (104, come Platini) nell’unica palla giocabile recapitatagli, ma Nedved e Camoranesi non sono stati all’altezza della loro fama e Ibrahimovic è risultato indisponente. Certi giochini, contro Nesta, Maldini e Stam, lasciano il tempo che trovano: prima o poi, lo capirà anche lo svedesone che Capello adora e che gode di una specie di immunità.
Mercoledì, contro il Bayern, è sicuro il rientro di Abbiati (Buffon dovrebbe rientrare il 4 dicembre in occasione della difficile trasferta di Firenze: se così fosse, salterebbe altre tre partite di campionato e due di Champions), mentre dubbi per Vieira.

In attacco, Del Piero rilancia la propria candidatura e ieri si è goduto le attenzioni particolari dell’allenatore in seconda Giancarlo Corradini: esercizio tecnico-atletico «cronometrato», con slalom tra paletti e coni concluso poi con tiri a rete. Quelli che sarebbero serviti sabato sera.

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