TorinoNiente multe. Ma la chiusura della curva Sud, sì. E sarebbe meglio che d'ora in poi la si indicasse solo in questo modo, senza tirare in ballo il povero Gaetano Scirea che, ogni volta che da quelle parti intonano un coro, si rivolta nella tomba. E quindi: dopo avere pagato nel corso della stagione la bellezza di 144.500 euro di multe per le intemperanze dei suoi tifosi, sabato prossimo la Juve ospiterà la Roma senza poter aprire al pubblico la già citata curva Sud. Motivo della decisione - come si legge sul sito della Lega Calcio - il fatto che «al rientro di Juventus e Napoli negli spogliatoi per l'intervallo (il riferimento va alla partita di coppa Italia disputata mercoledì sera a Torino, ndr), sostenitori bianconeri indirizzavano a un calciatore tesserato per altra Società un coro costituente espressione di discriminazione razziale (l'ormai tristemente famoso se saltelli, muore Balotelli, ndr)». Punto e fine della trasmissione: la Juventus, evidentemente stufa di certi comportamenti da parte di alcuni suoi sostenitori, ha annunciato che non farà ricorso. E quindi, contro la Roma, i Drughi e altri gruppi di ultras che lì hanno la loro casa dovranno stare a casa o provare a entrare in altri settori dello stadio. Il che certo non tranquillizza nessuno, considerato anche che la curva Nord è regno dei Viking, altro gruppo organizzato che con i Drughi non è mai andato troppo d'accordo dando vita a scazzottate epocali prima di raggiungere una tregua.
Servirà insomma una ricca opera di prevenzione e convincimento da parte delle forze dell'ordine per far sì che tutto fili per il verso giusto. Non va comunque dimenticato, tornando alla partita contro il Napoli, che anche i partenopei si sono resi protagonisti di lanci di bombe carta - ricambiate - e di sassaiole contro gli steward.
«Negli ultimi mesi abbiamo già attivato misure importanti - ha commentato Blanc, presidente della Juventus - ma forse è arrivato il momento in cui l'intero movimento-calcio si dia una mano. Si tratta di un problema grave in tanti stadi italiani, non solo a Torino. Il sistema calcio deve quindi prendere le giuste misure per risolverlo e, forse, il fatto che polizia e carabinieri siano fuori dagli stadi non aiuta: con l'ausilio di Lega e governo, bisognerà ripensare anche a questo. Le norme attuali non bastano. Come Juventus, ci incontreremo di nuovo con le autorità cittadine per vedere cosa si può fare per lottare contro la violenza e il razzismo».
Per la Juve insomma non c'è pace, anche se stavolta Ferrara non c'entra. Del resto, con certa tifoseria i rapporti sono tesi da un bel po' e non solo per la questione legata a Balotelli. L'attaccante nerazzurro venne preso di mira il 18 aprile scorso nel corso dello scontro diretto con l'Inter e, dopo i vari gradi di giudizio, i bianconeri dovettero giocare a porte chiuse il match contro l'Atalanta del 17 maggio. Da quel momento la società si è sempre apertamente dissociata dal becerume di certa gente facendo leggere allo stadio messaggi inequivocabili: addirittura, a Bordeaux, erano stati Buffon (omaggiato in alcuni cori del titolo di "camerata") e il ds Secco a recarsi sotto lo spicchio riservato ai tifosi bianconeri per invitarli a smetterla di insultare l'interista. Ci si è poi messa di mezzo la durissima contestazione alla squadra e alla dirigenza a esacerbare ancor più gli animi.
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