Ridurla a novanta minuti non si può, riciclarla in una partita di calcio impossibile, non funziona neppure come illusione sportiva. Ormai Juve-Inter è teatro estremo, chiunque la vinca deve aver combinato qualcosa di poco chiaro, tragedia moderna al sommo livello e il risultato finale risolve solo un dettaglio numerico, nel resto ci si sguazza terrorizzati all’idea che prima o poi finisca tutto e non ci rimanga altro che uno squallido tabellino da consultare, gelido come un referto arbitrale.
È la storia ragionata dell’ultimo quinquennio del nostro calcio, scontro mediatico, di potere, di sentimenti. Da Luciano Moggi che implora l’oblio: «Vi chiedo di non rivolgermi più domande, non ho più l’anima, me l’hanno uccisa, mi dimetto da dg». Allo scudetto degli onesti, quello dato in segreteria, come lo definì José Mourinho. Adesso siamo al processo del primo processo con una sentenza che arriverà a fine campionato per non disturbare. E dietro tutti in colonna a fingere di essere stufi e a pompare: «Incide sul morale - dichiara Felipe Melo al canale tematico bianconero -. Una sconfitta può buttarti a terra, un successo ti rilancia alla grande, vogliamo vincerla a tutti i costi». Forse non voleva dire proprio così, ma c’è aria pesante anche dietro il più anonimo comunicato: «Il club comunica che nonostante le restrizioni imposte dall’Osservatorio con il divieto di vendita ai residenti in Lombardia, il pullman partirà regolarmente alle ore 16 di domenica». È un dispaccio.
Dall’entourage Juve si diffonde la notizia sulla cessione a fine stagione di Zdenek Grygera all’Aek Atene per due milioni. Su un sito si rilancia: «Buffon e del Piero non sono più loro, hanno dato tanto ma ormai conviene venderli e farci due soldi». Juve-Inter è sempre la svolta, l’occasione per presentare il conto, il pretesto per le libere coscienze, anche quelle svaporate. All’Inter hanno la stessa idea su Milito, doppietta nella finale di Champions, gol della vittoria in Coppa Italia contro la Roma, 22 reti nel campionato scorso: «Bisognava venderlo questa estate». Milito domenica non c’è di sicuro, Moratti l’ha spedito in Argentina a riposare, Del Piero si gioca una maglia con Toni, lo danno al trenta per cento di probabilità mascherate da una preparazione che starebbe svolgendo solo in palestra.
Per la prima volta Gigi Delneri ha tutti gli attaccanti a disposizione tranne Quagliarella, sono scelte tecniche e non forzate, Ale in panchina. Anche all’Inter sono guariti tutti, Lucio vuole giocare, Stankovic vuole giocare, si è gelata la schiena di Leonardo quando ha saputo che Eto’o era scivolato su una lastra di ghiaccio nella lontana Macedonia, illeso, come Cambiasso, nessun problema muscolare contro il Portogallo. Ma sono dettagli, su un blog si legge: «Non c’entra chi va in campo, e neppure la rivalità sportiva». Davanti al nulla è sfida senza limiti, l’Inter vuole Alexis Sanchez? Lo vuole anche la Juve. La Juve vuole Neymar, clausola rescissoria di 50 milioni, con meno di quaranta quelli del Santos neppure alzano la cornetta, e allora lo vuole anche l’Inter. Sguardi duri perfino su Franck Tabanou, 21 anni, centrocampista difensivo del Tolosa decisamente più abbordabile, solo 4 milioni. In un clima talmente rigido l’Inter è riuscita a pensare a Marchisio in scadenza di contratto la prossima stagione, la Juventus voleva Pazzini, ora sarebbe impensabile qualunque operazione, tutto ha subito un’accelerazione pazzesca ma soltanto tre stagioni fa la Juve trattava Stankovic con l’Inter consenziente. Il fair play finanziario le sta contenendo, abituate a vivere oltre le rispettive risorse che restano immense, l’Inter ha un fatturato di 224 milioni ed è nona, la Juventus 205, decima, ultimo posto della top-ten mondiale.
Adesso, fra due giorni, si ritrovano dopo lo 0-0 del 3 ottobre a San Siro, Inter completamente rivoluzionata dal mercato invernale, non ci sono Santon e Biabiany, assenti per infortunio Samuel e Milito, per squalifica Chivu, soprattutto manca Benitez, in campo Ranocchia, Kharja e Pazzini, il nuovo Leonardo.
L’Inter non ha mai vinto all’Olimpico di Torino, non ha neppure mai vinto quando la arbitra Valeri ma i bookie la vedono favorita, 2,45 contro 2,75 sulla vittoria della Juventus. Botteghini chiusi, in ventottomila hanno comunque già deciso di andare a vedere Juventus-Inter ugualmente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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