Kabul, Hekmatyar prima annuncia: basta guerra a Karzai. Poi smentisce

Uno dei più importanti e temuti "signori della guerra" afghani annuncia una tregua, che in realtà "dura" solo poche ore. Berlino intanto conferma il rapimento di due tedeschi, presi assieme a cinque afghani

Kabul, Hekmatyar prima annuncia: basta guerra a Karzai. Poi smentisce

Il Cairo - E' durata poche ore la tregua che il signore della guerra e alleato di al Qaida in Afghanistan Gulbuddin Hekmatyar avrebbe annunciato: un suo portavoce ha smentito come completamente falsa una dichiarazione secondo la quale l'ex premier, ora ricercato per terrorismo, vorrebbe lasciare la lotta armata. La dichiarazione, trasmessa da due televisioni private afghane alle quali probabilmente era stata fornita dai servizi segreti, era scritta su un foglio con sigillo del Partito islamico Hezb-i-islam, con in un angolo in alto una foto del leader Hekmatyar, e la sua firma in calce. "Tutto falso", ha detto Haroon Zarghoon telefonando agli organi di stampa afghani e occidentali a Kabul. "Fa parte della propaganda per creare divisioni all'interno del partito", ha detto Zarghoon, che già in passato ha fatto da portavoce a Hekmatyar. Il "portavoce" ha ribadito l'immutata opposizione al regime e alle "forze d'occupazione" straniere.

Uomini del partito di Hezb-i-islam hanno preso le distanze dal loro capo e un comandante con trenta uomini ha deposto le armi la scorsa settimana, schierandosi con il governo. A marzo, correvano voci che lo stesso Hekmatyar stesse pensando di rivolgersi al presidente Hamid Karzai, il quale sta cercando di coinvolgere politicamente i ribelli per portare la pace nel Paese, colpito da un crescente numero di attentati in stile iracheno. Hekmatyar, indebolito militarmente, si era rivolto a Karzai dopo essere stato respinto dai Taleban, ai quali aveva proposto un'alleanza. Lo stesso "portavoce" Zarghoon aveva annunciato la proposta di un fronte comune ai Taleban, che giustificarono il rifiuto: "Hekmatyar porta sfortuna e distruzione a qualsiasi cosa si avvicini - disse allora il comandante Mullah Dadullah, morto a maggio in un'operazione della Nato - ama troppo i soldi.

Non è fedele né ai Taleban né al governo di Kabul, né all'Iran". Hekmatyar, 59 anni, è ricordato da ogni afghano come colui che distrusse Kabul, ancora oggi tutta da ricostruire, durante i quattro anni di guerra civile dal 1992, quando le diverse fazioni di mujaheddin si scatenarono in una violentissima guerra civile dopo il ritiro dell'Armata rossa e il crollo del regime filo sovietico di Najibullah. Durante la resistenza, Hekmatyar aveva guidato il gruppo più forte, armato e finanziato dalla Cia e dai servizi segreti pakistani ISI. Premier per pochi mesi nel 1996, fu costretto all'esilio dall'avvento dei Taleban, ma l'Iran, dove aveva trovato rifugio, lo cacciò nel 2002. Da allora combatte tra le montagne del Nord e dell'Est. Con il Mullah Omar, al Sud, e Osama bin Laden all'Ovest, i tre formano il cosiddetto "Triangolo del Terrore", che mette in difficoltà le truppe straniere.

Ieri la commissione difesa del parlamento britannico ha messo in guardia che se non sarà rafforzato il contingente dell'Isaf, la forza internazionale di sicurezza comandata dalla Nato (37.000 uomini di 37 Paesi, inclusi 2.000 italiani) la missione rischia di fallire. I parlamentari, nel rapporto, si sono detti "profondamente preoccupati" per il rifiuto di alcuni Paesi di fornire più soldati e per le restrizioni imposte sul loro operato. "Se questa missione dovesse fallire, l'esistenza stessa della Nato è minacciata", ha detto James Arbuthnot, il presidente della commissione.

Oggi è stato confermato che due tedeschi sono stati rapiti con cinque afghani, probabilmente dai Taleban a cento chilometri a Sud di Kabul,

nella provincia di Midan Wardak, dove l'instabilità è dovuta al conflitto tra gli Hazara e i nomadi kuchi. Il governo tedesco non ha voluto rivelare l'identità dei rapiti, fonti afghane dicono che sono due ingegneri.

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