Non è la prima volta che la parola «interim» compare nel curriculum di Giovanni Catanzaro. Il precedente risale al 2002, quando dopo diciannove anni (quasi) ininterrotti il «Katanga» (così lavevano ribattezzato a sua insaputa i vigili) dovette lasciare ad Angelo Giuliani il comando del I gruppo. Un cambio della guardia che fece parlare parecchio, anche perché il passaggio delle consegne durò ben sei mesi: Giuliani sera già insediato, ma il suo predecessore mantenne linterim da febbraio ad agosto, prima di diventare vicecomandante del Corpo con la delega su mobilità e grandi eventi. A via Montecatini Catanzaro cera rimasto quasi un ventennio, sotto le giunte Rutelli e Carraro. Un unico breve periodo di discontinuità lo si ebbe quando alla guida della Polizia municipale era arrivato Alberto Capuano, il «super-poliziotto» più amato (e rimpianto) dai pizzardoni capitolini. A gennaio del 94 un consigliere del Msi-Dn sollecitò il trasferimento di Catanzaro dal centro storico, sostenendo che fosse stato «rinviato a giudizio per fatti di ricettazione» e «indagato in almeno altri due procedimenti penali». Una sollecitazione tardiva: il comandante di via Montecatini era stato spostato al IX gruppo già a metà dicembre, per poi tornare nel cuore della città. Va detto che Catanzaro, coinvolto in diverse vicende giudiziarie, è sempre stato scagionato da ogni contestazione. Anche quando ad accusarlo è stato lallora titolare del ristorante Opera Cafè di piazza dei Caprettari, che sera visto negare lautorizzazione per i tavolini allaperto a causa della presenza di strisce pedonali dallorigine contestata. Di Giovanni Catanzaro, baffi bianchi e occhi di ghiaccio, negli anni a capo anche del Gruppo Sportivo e dellIpa, spesso membro delle commissioni desame, più volte a un passo dal comando generale, sè sempre parlato come di un uomo assai influente. A lui viene ricondotta lideazione del «Cast», il primo consorzio (in collaborazione con lAci) per la gestione del servizio di rimozione, lintroduzione dei primi carri rimotori, la creazione di una sorta di «squadra speciale» per la repressione dellabusivismo commerciale: i cosiddetti «Rambo», di cui faceva parte il tenente Giovanni De Santis, considerato il suo braccio destro, poi trasferito al XV gruppo. Di lui sè parlato quando Claudio Caterisano, allora presidente della Commissione Commercio del I municipio, lo invitò davanti al Pantheon, assieme al presidente Lobefaro, per denunciare alla loro presenza il dilagare delle occupazioni abusive di suolo pubblico. Il famigerato «tavolino selvaggio», allepoca poco lusinghiero tratto distintivo di piazza della Rotonda che invece quel giorno, quasi per incanto, era ordinata come un collegio svizzero.
Quando il Giornale, sul finire del 2002, riportando le voci su un possibile rimpasto ai vertici del «comparto sicurezza», aveva ipotizzato una sua «reggenza» o una vera «investitura» alla guida del Corpo, lufficio stampa del Comune liquidò le indiscrezioni come farneticazioni. Ora Catanzaro, seppure «ad interim», è comandante. E chi lo conosce bene assicura: «È molto abile nel mettere radici».\- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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