Il killer non è lo smog ma ciò che mangiamo

Milano ha meno veleni di Napoli e Ravenna ma domani sarà inflitta alla città un'inutile domenica a piedi (tutte le modalità del blocco: Milano / resto della Lombardia) E l'oncologo Veronesi sfata il mito: "Sono più letali fumo, alcol e cattiva alimentazione"

Il killer non è lo smog ma ciò che mangiamo

Milano - È vero che lo smog fa male. Non lo nega nessuno. Ma c’è di peggio. Basta spostarsi dai motori alla tavola. E osservare con la lente d’ingrandimento il cibo che mangiamo. Può fare ancora più male dell’aria sporca. Può anche far morire. Gli obesi che si ingozzano di cibi industriali e fritti vari ne sanno qualcosa in fatto di malattie invalidanti. Anche i nostri bambini visto che hanno raggiunto i livelli di obesità infantili americani e gli esperti hanno trovato nei loro piccoli fegati infiltrazioni di grassi. Per eccesso di consumo di prodotti industriali.

Il cioccolato, per esempio. Viene fatto con il burro di cocco, con l'olio di palma, tutta roba che viene utilizzata anche per fare la schiuma da barba o il lucido per le scarpe. Le merendine con i grassi vegetali? Da stare alla larga come la peste. Contengono grassi saturi che vanno a braccetto con le malattie cardiovascolari. E gli adulti che non mangiano merendine? Si rifanno con il mercurio del pesce, con gli additivi e i conservanti disseminati ormai in ogni prodotto che acquistiamo al supermercato, con gli antiparassitari di frutta e verdura. E se aggiungiamo i prodotti adulterati (per fortuna ci sono i Nas a salvarci) come il formaggio incerato per renderlo fresco quando ormai è scaduto, il prosciutto lavato con l’ammoniaca per eliminare la puzza di muffa, il latte alla melamina cinese (colla per gli inesperti) o i prodotti con muffe letali, allora c’è addirittura da avere nostalgia dello smog come peggior nemico da combattere. E se diamo un’occhiata alle etichette dei prodotti esposti nei supermercati, ci accorgiamo che le dichiarazioni dell’oncologo Umberto Veronesi, non sono frutto di una boutade.

Il professore, vegetariano doc, afferma che tre casi di tumori su dieci sono provocati dal cibo mentre lo smog ne provoca solo uno su cento. In uno studio presentato in tempi non sospetti di blocco della circolazione, Veronesi dichiarò: «Il 30% delle neoplasie sono collegate all'alimentazione mentre allo smog possiamo addebitarne dall'1 al 4%. Altro fattore di rischio sono le infezioni, come l'epatite B o C, alle quali sì fa risalire il 18% di queste malattie». Il resto lo fa il fumo.

Insomma, benzene, polveri sottili e altri inquinanti vanno almeno in parte scagionati perché «un quarto dei tumori dipendono dai cibi - spiega -. Guardate i preoccupanti livelli di anatossine e micotossine cancerogene in latte e polenta. Nella farina di mais si arriva fino a valori superiori del 70% rispetto a quelli normali, nel latte gli sfioramenti toccano quota 57%».

Con questo nessuno vuole sminuire malattie molto gravi da inquinamento atmosferico come la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Ma il cibo è più insidioso: pensi di mangiar sano e invece ti avveleni, lentamente.

Salvatore Casillo, direttore del centro studi sul falso dell’Università di Salerno spiega che il rischio sta dell’accumulo: «Gli additivi sono migliaia, la nocività è modesta ma sommati al mercurio nel pesce e alle dosi giornaliere di tutto quello che mangiamo ogni giorno, mettiamo in piedi una piccola bomba. Per esempio, le materie prime alimentari che non cuociamo, frutta, verdura, sono piene di antiparassitari, non sono nocive nelle dosi utilizzate ma nell’accumulo all’interno dell’organismo è chiaro che qualcosa succede. Se poi ci mettiamo anche i prodotti industriali non salutari, prima o poi si creano dei danni».

Margherita Caroli, specialista scienza dell’alimentazione e presidente dell’«European childhood obesità group» mette in guardia dagli alimenti che possono essere fonte di malattia: «Un’assunzione eccessiva di grassi saturi che sono molto presenti nell’olio di cocco e olio di palma, favoriscono aumento del colesterolo e le malattie cardiovascolari. Dove si trovano? Nelle patatine, nelle merendine, ovunque ci sia scritto sull’etichetta olio vegetale, che di vegetale non ha nulla». Anche Giorgio Calabrese, nutrizionista e membro dell’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, conferma le insidie alimentari: «Noi ci mettiamo a tavola e usiamo delle schifezze come condimenti. Anziché l’olio di oliva, ci mangiamo l’amatriciana e ingeriamo una serie di grassi deleteri. E purtroppo le mamme sono le prime a danneggiare la salute dei loro bambini pensando di farli mangiare bene – accusa l’esperto -. Offrono cibi piene di grassi vegetali che a lungo andare irrigidiscono le arterie. Quel grasso viene usato anche per fare scarpe e schiuma da barba e ora viene messo anche nel cioccolato, con il benestare della Ue».

Ma Calabresi non vuole fare l’allarmista: «Se mangiassimo solo schifezze moriremmo

a 40 anni come i nostri antenati. Oggi invece c’è cultura e un controllo per la sicurezza alimentare. Ma tutto va usato con moderazione ed equilibrio. Insomma ci sono cibi ottimi da soli ma che hanno cattive compagnie».

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