Kochani Orchestar dalla Macedonia al «Mazda Palace»

Andrea Indini

Colori contrastanti, danze gitane e melodie meticce. Arriva la Kochani Orchestar al Mazdapalace, per il gran finale dell’undicesima edizione del festival Rifo!.
Solo per questa sera (ore 21.30, ingresso 5 euro), l’orchestra macedone proporrà un’interpretazione originale di alcuni brani della tradizione gitana. Ma non si fermerà a questo. Grazie agli arrangiamenti del suo leader Naat Veeliov introdurrà anche degli elementi di modernità, fino ad eseguire nei suoi concerti delle cover tzigane di brani di Bob Dylan e Cheb Khaled.
Una girandola di timbri, accenti e colori volta a esaltare il ricco mosaico di ritmi e melodie meticce nate da queste parti dalla combinazione tra Oriente e Occidente. Musica sincera, sempre un po’alticcia, struggente e travolgente a seconda delle occasioni, ricca di ritmi pirotecnici, carica di colori e forti contrasti e suonata con l’intensità propria di qualunque esperienza gitana. Ne emerge tutta quella creatività esecutiva che s’immerge in uno spartito in continua trasformazione e tipico della cultura musicale orale.
Questo genere musicale è stato recentemente portato alla ribalta internazionale grazie al successo riscosso dalla pellicola Underground del regista Emir Kusturica, la cui colonna sonora è interamente dedicata al repertorio delle brass band balcaniche. A Kochani, piccola città della Macedonia a pochi chilometri dal confine con la Bulgaria, batte il cuore musicale dei Balcani.
Merito dei sette virtuosisti degli ottoni della Kochani Orchestar, che produce suoni chiassosi e ipnotici tra randellate di basso tuba e impennate di tromba. «È pura tradizione orale - racconta il leader della band Naat Veliov -, dove melodie vengono trasmesse di padre in figlio. Talvolta le prendo dalla strada e le riarrangio a modo mio».

Oltre ad aver composto la colonna sonora di un documentario belga sugli tzigani musulmani della Macedonia e sul fenomeno dervisci, l’orchestra ha anche partecipato alla sceneggiatura dell’Antigona di Brecht della compagnia Transteatro e, nel 1998, ha arrangiato ed eseguito tre brani di Vinicio Capossela nell’album Live in Volvo.

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