Botta e risposta, ieri, tra Margherita Agnelli e i suoi legali da una parte; la famiglia e la società «in accomandita» che custodisce il pacchetto Fiat, dallaltra. Dopo la pubblicazione della memoria nella quale la figlia dellAvvocato accusa gli esecutori testamentari di aver nascosto lesistenza di un tesoro estero di almeno 1,4 miliardi attraverso operazioni societarie scorrette, con tanto di evasione fiscale annessa, la società in accomandita ha emesso una nota ufficiale, nella quale si definiscono «inconsistenti» le accuse di Margherita. «Nei giorni stessi - si legge nella nota - in cui la Fiat e i suoi uomini stanno raccogliendo una sfida fondamentale per dare alla società prospettive di stabilità e di sviluppo nel lungo termine, cè chi per pretese di successione familiare si dedica invece a minare la credibilità del gruppo e dei suoi uomini, stravolgendo il passato e gettando persino ombre sinistre sulloperato e sulla memoria dellAvvocato Agnelli».
I legali della figlia dellAvvocato hanno però replicato ricordando che la richiesta «è unicamente rivolta agli amministratori dei beni del padre, ovvero Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Siegfrid Maron. Appare quindi del tutto fuori luogo una replica da parte dellAccomandita che non è parte del giudizio e che non ha alcun motivo di citare Gianni Agnelli il cui operato non è assolutamente messo in discussione».LAccomandita «Accuse che minano il Gruppo»
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