L’acqua del sottosuolo riscalderà la metropoli

L’Aem costruirà cinque centrali di teleriscaldamento: la prima a Città studi

L’acqua di falda, l’acqua cioè del sottosuolo, servirà a riscaldare Milano. E servirà anche a irrigare giardinetti e aiuole, ad alimentare le fontane e persino per le emergenze anti-incendio. ma soprattutto, per ora, nel riscaldamento: «Aem ha avviato la costruzione di cinque centrali di teleriscaldamento: di un primo impianto, quello di Canavese in via Cavriana che servirà tutta Città Studi, si sta già costruendo la struttura e la centrale dovrebbe entrare in servizio già ottobre prossimo; le altre quattro (Gonin, Bovisa, Ricevitrice Nord, Ricevitrice Sud) verranno realizzate nel giro di tre-quattro anni. Per ciascuna centrale l’investimento è di circa 40 milioni di euro» ha annunciato ieri il direttore dell’area produzione di Aem, Michele Sparacino, in merito alle prossime iniziative dell’azienda per il teleriscaldamento, durante il suo intervento al convegno «Energia e Ambiente» organizzato da Aem.
«Ogni nuovo impianto potrà servire un intero quartiere: in tutto abbiamo ipotizzato di raggiungere circa 200mila persone», ha detto Sparacino che ha spiegato: «Le nuove centrali si avvarranno di una nuova tecnologia detta “a pompa di calore” che consentirà di produrre calore attraverso l’utilizzo di una fonte energetica alternativa di cui Milano è particolarmente ricca: l’acqua di falda».

L’impianto di Canavese, ha proseguito il direttore dell’ex municipalizzata, «inizialmente servirà una piccola utenza, perché la rete di distribuzione del teleriscaldamento va sviluppata. Ma nel giro di due-tre anni sarà ultimata».

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